Mazzini

A cura di Giuseppe Galasso
Postfazione all'edizione digitale di Roberto Balzani

L’antologia contiene estratti da:
Fede e avvenire; Interessi e principii; I sistemi e la democrazia. Pensieri; Questione morale; Questione sociale; I diritti dell'uomo




Mazzini e la democrazia moderna

Il percorso compiuto da Mazzini tra gli anni Trenta e Settanta dell’Ottocento dà conto dell’evoluzione dei suoi differenti punti di vista, pur nella continuità di alcuni elementi caratterizzanti: dalla nazione all’umanità, passando per la repubblica e la democrazia. In mancanza di un impianto organico complessivo, il suo arsenale concettuale vive di arricchimenti e sviluppi imprevisti. Nel corso del tempo l’agitatore genovese giunge a rigettare i sistemi del socialismo per approdare a una visione democratica, non anticapitalistica, del mercato, in sintonia con uno Stato in grado di sviluppare politiche d’integrazione, a partire da quelle basilari dall’educazione.

Mazzini in breve

Giuseppe Mazzini nacque a Genova il 22 giugno 1805. Gracile, meditativo, studioso, seguì i corsi di giurisprudenza; ma i suoi interessi si rivolsero precocemente alla letteratura ed alla politica, che furono il cemento delle sue prime amicizie.

Carbonaro, fu arrestato nel 1830 e, dopo breve prigionia a Savona, dovette scegliere tra il confino in patria e l’esilio all’estero. Scelse l’esilio e, trasferitosi dalla Svizzera in Francia, fondò qui nel 1832 una società segreta, la «Giovane Italia», in opposizione ed a superamento della Carboneria. La «Giovane Italia» aveva, infatti, come punti programmatici l’unità repubblicana di tutta Italia e la sollecitazione dell’iniziativa popolare sul fondamento di una nuova fede civile e religiosa. I primi passi della nuova società furono sfortunati, ma Mazzini proseguì la sua azione, ampliandola sul terreno internazionale con la costituzione della «Giovane Europa». Dopo un soggiorno biennale (1834-36) in Svizzera, si trasferì a Londra.

Fu solo nel 1848 che si aprirono nuove prospettive italiane: venuto a Milano dopo le 5 Giornate, accoltovi con entusiasmo, vi sostenne l’opinione contraria alla immediata fusione tra Piemonte e Lombardia e prese parte alla guerra come volontario durante l’ultimo periodo della resistenza agli Austriaci. Di nuovo esule in Svizzera e in Francia, nel 1849 andò a Livorno, dove non fu bene accolto dal governo rivoluzionario toscano, e poi a Roma, dove il 29 marzo fu eletto triumviro di quella Repubblica. Caduta la Repubblica Romana, fu di nuovo in Svizzera e poi (1850) in Inghilterra e di qui riprese la sua azione rivoluzionaria.

Nuovi insuccessi (insurrezione milanese del 1853; spedizione di Carlo Pisacane nel 1857; moti di Genova dello stesso anno) non fiaccarono la sua tempra di lottatore. Gli avvenimenti del 1859-61 (liberazione della Lombardia, spedizione dei Mille, annessioni dell’Italia Centrale, proclamazione del Regno d’Italia) lo videro tra i protagonisti di quel momento che realizzava il suo sogno trentennale dell’Unità Italiana. Ma lo sbocco del movimento risorgimentale nello stato monarchico e liberale voluto dal Cavour deludeva profondamente Mazzini per quel che riguardava gli altri punti della sua fede: la Repubblica, la partecipazione popolare alla vita del nuovo stato, la funzione di questo nella vita internazionale.

Mentre la maggior parte dei suoi antichi seguaci si conciliava gradualmente col nuovo ordine di cose, Mazzini assunse un atteggiamento di protesta morale e politica, rifiutando l’elezione alla Camera dei Deputati del Regno, e continuò vigorosamente la sua azione di esule (tra Svizzera ed Inghilterra) sia in vista del coronamento dell’unità nazionale con la liberazione di Venezia e di Roma sia in vista della sua antica e tenace opera di educazione politica e civile del popolo. Morì il 10 marzo 1872 a Pisa, in casa d’amici, dove si nascondeva sotto falso nome.