Riscopri i Classici della democrazia moderna

Un'antologia di testi di alcuni tra i padri della democrazia moderna, disponibili in download gratuito e con una postfazione di studiosi contemporanei.

Una collana pionieristica, edita nel 1961, curata da Vittorio de Caprariis. Un progetto ancora attuale, riedito in eBook.

Un regalo del Mulino ai suoi lettori.

Scopri il progetto



«Svecchiare la cultura politica del Paese è ancora oggi possibile, ma il rinnovamento richiede che si conoscano le idee elaborate dai grandi pensatori che prepararono e fecondarono il terreno su cui è cresciuta la moderna democrazia»

Angelo Panebianco







La storia del progetto

I Classici della democrazia moderna sono una collana pionieristica del Mulino, pubblicata nel 1961 e oggi fuori catalogo. Si compone di 20 piccole antologie di circa 200 pagine in formato tascabile (11,5x18,5 cm).

L'obiettivo di ciascun libro è introdurre all'opera di un pensatore politico fondamentale per il costituzionalismo moderno (e di conseguenza per l'Italia repubblicana, che al tempo era appena nata).

L'intera collana venne curata dallo storico Vittorio de Caprariis, che a sua volta affidò la realizzazione delle singole uscite a un sotto-curatore, che aveva il compito di selezionare i testi e, qualora non esistessero in lingua italiana, di farli tradurre.

Nel 2024, l’anno del nostro 70esimo compleanno, abbiamo rieditato sette di quei volumi in digitale: li potete scaricare gratuitamente in ebook. Ogni riedizione è arricchita dalla postfazione di uno studioso contemporaneo.

Perché i Classici nel 1961

L’editrice il Mulino nasce nel 1954. Visti con gli occhi di oggi, i Classici della democrazia moderna appaiono come un progetto fondativo e programmatico di un editore che vuole raccontare al pubblico chi è e cosa farà.

Il gruppo di giovani intellettuali che fonda il Mulino è assillato dalla Costituzione e dalla sua attuazione: sia nelle istituzioni che nella società. Il problema centrale è la costruzione di un’Italia post-fascista, e in questa urgenza lo studente diviene il nuovo cittadino e l’istruzione la prima garanzia di una sfera pubblica plurale e informata.

Con l’idea di contribuire alla modernizzazione del Paese, questi giovani fondano la rivista «il Mulino», che esce la prima volta il 25 aprile 1951, e tre anni dopo l’omonima casa editrice.

Divenuti editori, i primi obiettivi riconoscibili sono due: recuperare la cultura anglosassone e in particolare il pensiero liberal-democratico che il regime aveva reso straniero e allargare il proprio pubblico agevolando un dibattito pluralistico delle idee, libero dalle rigidità ideologiche della Guerra fredda che nei primi anni Cinquanta erano già molto forti e dividevano la politica dei partiti.

I giovani del Mulino forse non avrebbero usato la parola «divulgazione», oggi di moda, ma è certo che nel nome della democrazia non si chiesero solo cosa ci fosse di nuovo da sapere, si chiesero come trasmetterlo.

Il Mulino delle origini traduce, sprovincializza, compara: «porta dentro» alla cultura italiana. Nasce così l’idea, modernissima, di queste piccole antologie.

Perché i classici oggi

Oggi il Mulino compie 70 anni. Sono cambiate le circostanze storiche di riferimento, ma i problemi teorici generali sono rimasti gli stessi. La Repubblica italiana, costituzionale e integrata nell’Unione europea, rimane un paese radicato nel costituzionalismo moderno e la sua modernità politica si fonda ancora su questi classici del pensiero politico.

L’Associazione di cultura che guida l’editrice il Mulino ha ancora oggi scritti tra i suoi obiettivi statutari la «formazione e orientamento dell’opinione pubblica».

Ripubblicare in versione digitale questo nostro primo sforzo di «formazione e orientamento» ci sembra il miglior modo per festeggiare settant’anni di coerente impegno editoriale, civile e democratico.