Cover Manuale di diritto penale

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pp. 1032, Brossura, 978-88-15-26799-3
publication year 2017

STEFANO CANESTRARI, LUIGI CORNACCHIA, GIULIO DE SIMONE

Manuale di diritto penale

Parte generale

Premessa
IL DIRITTO PENALE
I. Diritto penale: nozione e funzioni
1. Definizione
2. Definizione sostanziale: i compiti del diritto penale
3. Funzione dello «ius puniendi»
4. Il problema della legittimazione del diritto penale
5. Definizione formale: sanzione e norma penale nella legislazione italiana
6. Le conseguenze giuridiche del reato: pene e misure di sicurezza
7. La distinzione tra il diritto penale e gli altri rami dell'ordinamento giuridico
8. Diritto penale e Costituzione
9. Il codice penale
10. Parte generale e parte speciale del diritto penale
11. Diritto penale e scienza penale
II. Pena: caratteristiche e finalità
1. Premessa
2. I caratteri essenziali della pena: afflittività e significatività simbolico-espressiva
3. Il dibattito sui fini della pena
4. La teoria retributiva
5. Le c.d. «correnti neoretribuzionistiche»
6. La prevenzione generale
7. (segue) La prevenzione generale negativa
8. (segue) La prevenzione generale positiva
9. La prevenzione speciale
10. Le teorie sincretistiche o eclettiche
11. La pena nella sua dimensione costituzionale: il principio di umanità
12. Il finalismo rieducativo quale connotato essenziale della pena costituzionalmente orientata
13. Il principio di proporzione
14. Le finalità della pena viste in rapporto alle diverse fasi della sua dinamica
III. Legge penale: ambito di validità spaziale e personale
I. AMBITO DI VALIDITÀ SPAZIALE
1. Premessa
2. Il principio di territorialità
3. «Locus commissi delicti»
4. Reati commessi all'estero
5. Il delitto politico commesso all'estero
6. (segue) Il delitto politico in senso oggettivo
7. (segue) Il delitto politico in senso soggettivo
8. Il reato politico nella Costituzione
II. AMBITO DI VALIDITÀ PERSONALE
9. Il principio di obbligatorietà della legge penale
10. Le immunità penali
11. Natura giuridica delle immunità
12. Le immunità penali previste dal diritto pubblico interno
13. Le immunità penali previste dal diritto internazionale
14. Irrilevanza delle immunità davanti alla Corte penale internazionale
I PRINCIPI
IV. Il diritto penale orientato secondo la Costituzione
1. Il volto costituzionalmente orientato dell'illecito penale
2. Principi fondamentali e principi criteriologici (regole)
3. Principi fondamentali assiomatici (o dimostrativi) e argomentativi (o di indirizzo politico)
4. I principi della Costituzione. Principi fondanti e principi delimitativi. Principi e regole costituzionali. Principi e caratteri del diritto penale
V. Legalità
I. PRINCIPIO DI LEGALITÀ («NULLUM CRIMEN, NULLA POENA SINE LEGE»
1. Premesse storiche e fondamento garantistico del principio di legalità: significato ideologico e tecnico-giuridico
2. Le fonti della legalità e le sue diverse «dimensioni»: introduzione ai principi di riserva di legge, tassatività e irretroattività. Legalità del fatto e della pena
II. PRINCIPIO DI RISERVA DI LEGGE («NULLUM CRIMEN, NULLA POENA SINE LEGE SCRIPTA»
3. La riserva di legge come principio fondamentale dell'attuale assetto democratico disegnato dalla Costituzione
4. Il concetto di «legge» nell'art. 25, comma 2, Cost.: leggi costituzionali, leggi ordinarie, decreti legislativi, decreti legge, decreti governativi adottabili in tempo di guerra
5. I rapporti fra la legge e le fonti ad essa subordinate: riserva di legge assoluta o relativa. Il problema della c.d. «norma penale in bianco»
6. Il ruolo della consuetudine
III. RISERVA DI LEGGE E DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEA
7. Riserva di legge e fonti del diritto comunitario penale
8. La competenza penale dell'Unione europea
9. La definizione di «norma penale minima»
10. Le soluzioni al conflitto tra diritto europeo e sistema penale nazionale
11. La questione della democraticità della norma penale europea
12. La Corte di Strasburgo e la «matière pénale»
IV. PRINCIPIO DI TASSATIVITÀ («NULLUM CRIMEN, NULLA POENA SINE LEGE SCRIPTA ET STRICTA»
13. Il principio di tassatività: a) sufficiente determinatezza della fattispecie penale come principio costituzionale
14. (segue) Tipicità come precipitato tecnico del principio costituzionale di tassatività
15. (segue) Redazione descrittiva e redazione sintetica delle norme: in particolare, il problema delle c.d. «clausole generali di incriminazione suppletiva»
16. (segue) Tassatività-determinatezza come principio costituzionale giustiziabile
17. Il principio di tassatività: b) divieto di «analogia in malam partem»
18. (segue) Il problema della c.d «analogia in bonam partem»
19. Il nesso logico tra principio di tassatività e carattere sussidiario («extrema ratio») e frammentario dell'intervento penale
V. PRINCIPIO DI IRRETROATTIVITÀ DELLA LEGGE PENALE («NULLUM CRIMEN, NULLA POENA SINE LEGE PRAEVIA») E SUCCESSIONE DI LEGGI IN DIRITTO PENALE
20.Il divieto di retroattività della legge penale: da regola della successone di leggi penali (art. 2, comma 1, c.p.) a principio costituzionale (art, 25, comma 2, Cost.)
21. I principi di retroattività e di ultrattività della legge penale più favorevole
22. La c.d. «abolitio criminis» (art. 2, comma 2, c.p.): assoluzione piena e superamento del giudicato di condanna
23. (segue) Il fenomeno della c.d. «depenalizzazione»: «abolitio criminis» e degradazione del reato a illecito amministrativo
24. La successione di leggi penali in senso stretto (art. 2, comma 4, c.p.): il problema dei mobili confini rispetto all'«abolitio criminis»
25. (segue) I criteri di delimitazione tra «abolitio criminis» e successione di leggi in senso stretto
26. (segue) Gli effetti della successione di leggi penali in senso stretto: pluralità di modifiche legislative; il limite del giudicato; l'iperretroattività di legge modificativa del comma 3
27. (segue) Il concetto di «legge più favorevole al reo» ex art. 2, comma 4, c.p.
28. (segue) Divieto di retroattività della legge penale di faovre rispetto a leggi eccezionali e temporanee (art. 2, comma 5, c.p.)
29. (segue) L'ipotesi del decreto legge non convertito o convertito con emendamenti (comma 6)
30. (segue) Successione di leggi e dichiarazione di incostituzionalità di una norma penale
31. La retroattività della «lex mitior» nella giurisprudenza costituzionale: l'intevento della Consulta «in malam partem» su norme di favore
32. (segue) La retroattività «in mitius» e il mutamento giurisprudenziale
33. (segue) Il problema della modifica delle norme extrapenali richiamate da norma penale in bianco
34. (segue) Il problema della successione di norme processuali penali
35. Il «tempus commissi delicti»
36. Il principio costituzionale di legalità come principio cornice. Il divieto di retroattività come «regola di rango costituzionale»
VI. Personalità
1. La duplice dimensione semantica del principio di personalità sancito dall'art. 27 Cost.; nesso con la funzione della pena; pincipio di proporzione
I. PRINCIPIO DI RESPONSABILITÀ PER FATTO PROPRIO («NULLUM CRIMEN SINE PECULIARI OFFICIO»)
2. Il principio di responsabilità individuale: (in negativo) divieto di responsabilità penale per fatto altrui, di responsabilità collettiva, di responsabilità di posizione, di responsabilità per il caso; (in positivo) responsabilità per fatto proprio come problema di imputazione del fatto al soggetto
3. La relazione tra fatto e soggetto: criteri di attribuibilità
4. L'art. 27, comma 1, Cost. come fondamento della responsabilità penale
5. Il principio di personalità come problema di individuazione dei soggetti responsabili: il pregiudizio derivante dall'imperativismo
6. La concezione normocostituzionale discendente dal principio di personalità
7. La competenza come cardine dell'imputazione secondo il principio di responsabilità per fatto proprio
8. Competenze generali e competenze istituzionali
9. «Nullum crimen sine peculiari officio»
10. Il ruolo ancillare della causalità
11. Il principio di responsabilità individuale nel diritto vigente
12. Responsabilità personale nella prospettiva costituzionalmente orientata
II. PRINCIPIO DI COLPEVOLEZZA («NULLUM CRIMEN SINE CULPA»)
13. Il significato «evolutivo» dell'art. 27, comma 1, Cost.: responsabilità personale come responsabilità colpevole (rinvio)
VII. Offensività
1. Il generico concetto di «offesa»
I. PRINCIPIO DI MATERIALITÀ («COGITATIONIS POENAM NEMO PATITUR»)
2. Il principio di materialità o esteriorità: intangibilità della sfera privata, obbligo di prova per l'accusa e «nemo tenetur se detegere»
II. PRINCIPIO DI OFFESA («NEMINEM LAEDERE»)
3. Il principio di offesa ad altri: il problema del paternalismo
III. PRINCIPIO DI OFFENSIVITÀ O NECESSARIA LESIVITÀ («NULLUM CRIMEN, NULLA PONEA SINE INIURIA»)
4. Il principio di offensività o necessaria lesività
5. Il bene giuridico
6. La concezione «materiale» o «realistica» del reato
7. La fondazione costituzionale del principio di offensività
8. Assunzione della Costituzione come fondamento e non mero limite dell'intervento penale: la concezione di Bricola. a) I beni meritevoli di tutela
9. (segue) b) Le tecniche di tutela costituzionalmente legittime
10. Offensività come categoria e come principio. La funzione del principio di necessaria lesività in un diritto penale costituzionalmente orientato
11. Deviazioni dal canone della necessaria lesività
12. Il principio di offensività. a) Come canone interpretativo nella prassi della Corte costituzionale
13. (segue) b) Nella giurisprudenza europea: obblighi sovranazionali di tutela penale
14. Tutela di beni giuridici e tutela di norme. Diritto penale del cittadino e diritto penale del nemico
VIII. Laicità
1. Definizione
2. Laicità e «status» di cittadino
3. Laicità come carattere desumibile dai principi della Carta fondamnetale della Repubblica. a) I principi fondamentali dell'intero ordinamento
4. (segue) b) I principi costituzionali della responsabilità penale
5. Ambiti di incidenza della laicità
6. Laicità e tutela del sentimento religioso o morale
7. Laicità e tutela della libertà religiosa
8. Laicità e ambiti giuridici a caratterizzazione etica
9. Laicità e struttura del rimprovero penale
10. Il senso della laicità alla luce dei principi costituzionali. a) Tutela del pluralismo
11. (segue) b) Concezione antipaternalistica della responsabilità
12. Laicità e garanzia del cittadino dal potere tecnocratico
13. Laicità come carattere (e non come principio) del diritto penale
IL REATO
PARTE PRIMA: INTRODUZIONE
IX. Nozioni generali
1. La definizione formale e sostanziale di «reato»
2. Il reato e le altre tipologie di illecito
3. (segue) L'illecito civile
4. (segue) L'illecito amministrativo
5. La distinzione tra «delitti» e «contravvenzioni»
6. La classificazione dei tipi di reato
7. L'anticipazione della tutela: reati di danno e reati di pericolo
8. (segue) La classica distinzione nell'ambito degli illeciti di pericolo: «reati di pericolo concreto» e «reati di pericolo astratto»
9. (segue) Il pericolo concreto come elemento della fattispecie penale
10. (segue) Le tipologie di reato di pericolo astratto
X. Analisi e sistematica del reato
1. Metodo deduttivo, topico e sintetico nell'analisi del reato
2. Paradigmi nella sistematica del reato: le concezioni tedesche del XX secolo
3. La tradizione italiana: concezione bipartita, tripartita, quadripartita
4. Oggettivo e soggettivo in diritto penale: il dibattito sul c.d. «oggettivismo»
5. Fatto tipico doloso e colposo
XI. Attori del conflitto: autore e vittima del reato
1. L'umanesimo e il personalismo come tratti salienti e irrinunciabili del diritto penale
2. L'individuo come autore idealtipico del fatto illecito
3. Reati comuni e reati propri
4. Il soggetto passivo del reato
PARTE SECONDA: TIPICITÀ
XII. Dimensione oggettiva della tipicità
1. Gli elementi della tipicità
2. La condotta cosciente e volontaria
3. L'evento
4. I presupposti del reato
5. L'oggetto materiale del reato
XIII. Causalità
I. IL CONCETTO DI «CAUSALITÀ»
1. Il concetto di «causa»
2. Causalità nei reati di evento
3. Causalità come criterio di descrizione del fatto (contributo alla tipicità) e di ascrizione dell'evento (fondamento dell'imputazione)
4. Il concetto penalmente rilevante di «causalità»
5. Teoria dell'equivalenza
6. Teoria della «condicio sine qua non»
II. SUSSUNZIONE SOTTO LEGGI SCIENTIFICHE
7. La teoria della sussunzione sotto leggi scientifiche. a) Modelli nomologici e descrizione dell'evento
8. (segue) b) La sussunzione sotto generalizzazioni ricavabili da leggi scientifiche
9. (segue) c) Il problema delle assunzioni tacite e il ragionamento «ceteris paribus»
10. (segue) d) Probabilità statistica del paradigma nomologico versus probabilità logica della spiegazione causale: il limite garantistico del «ragionevole dubbio»
11. Indagini epidemiologiche e causalità scientifica
12. La causalità come garanzia di rispetto del principio di responsabilità per fatto proprio ex art.27, comma 1, Cost.?
III. CONCORSO DI CAUSE
13. Il concorso di cause previsto dall'art. 41
14. Le cause sopravvenute da sole sufficienti a determinare l'evento
15. Efficacia esclusiva delle sole cause sopravvenute
16. Cause da sole sufficienti a determinare l'evento. a) Serie causali assolutamente autonome
17. (segue) b) Cause eccezionali
18. (segue) c) Concause occasionali: l'art. 41, comma 2, interpretato come ricettacolo di criteri di ulteriore delimitazione normativa dell'imputazione dell'evento
19. (segue) d) Dalla «eccezionalità» alla «eccezione a una regolarità predefinita» come conferma del paradigma nomologico-scientifico
20. L'inadeguatezza del modello disegnato dall'art. 41, comma 2, c.p.
21. Il problema delle deviazioni essenziali prodotte dall'intervento di più cause
IV. IMPUTAZIONE OGGETTIVA
22. Il contributo della teoria dell'imputazione oggettiva dell'evento
23. Prospettiva «ex ante»: creazione di rischio illecito; competenza rispetto al rischio
24. Prospettiva «ex post»: realizzazione nell'evento dello specifico riscio disapprovato presente nella condotta non consentita. Il concetto normativo di «causa sopravvenuta»
25. «Imputatio» versus «causa ed excludendum»
26. Caso fortuito e forza maggiore
V. CAUSALITÀ ADDIZIONALE, CAUSALITÀ CUMULATIVA, EFFETTI SINGERGICI
27. Il concetto normativo di «causa» del reato
28. Interposizione mediatrice versus interposizione interruttiva
29. Il concorso di cause indipendenti come fenomeno di sviamento del decorso eziologico. a) Interposizione mediatrice
30. (segue) b) Causalità addizonale
31. (segue) c) Causalità cumulativa o da interazione necessaria
32. (segue) d) Effetti sinergici
33. Imputazione e tipicità: riflessi sulle formule processuali assolutorie
XIV. Reato omissivo
1. Omissione e reati omissivi
2. Reati omissivi propri e reati omissivi impropri
3. Gli elementi costitutivi della fattispecie omissiva
4. Causalità e omissione
5. L'obbligo giuridico di impedire l'evento: teoria formale e approccio sostanzialistico. Le posizioni di garanzia
6. (segue) Le posizioni di protezione
7. (segue) Le posizioni di controllo
8. La responsabilità per omesso impedimento dell'evento all'interno delle organizzazioni complesse: posizioni di garanzia e delega di funzioni
9. (segue) La delega di funzioni nel diritto penale del lavoro
XV. Dolo
I. DEFINIZIONE DI «DOLO»
1. Cenni storici
2. La regola dell'imputazione dolosa per i delitti
3. La definizione legislativa di «dolo»
II. STRUTTURA DEL DOLO
4. La struttura del dolo
5. (segue) a) L'elemento rappresentativo
6. (segue) b) L'elemento volitivo
7. (segue) c) L'oggetto del dolo
III. FORME PRINCIPALI DEL DOLO IN RELAZIONE ALL'ELEMENTO VOLITIVO E A QUELLO RAPPRESENTATIVO
8. La classificazione tripartita
9. (segue) a) Dolo intenzionale
10. (segue) b) Dolo diretto
11. (segue) c) Dolo eventuale
12. L'abbandono delle impostazioni tradizionali in relazione al concetto di «dolo eventuale». a) Le teorie cognitive o della rappresentazione
13. (segue) b) Le teorie volitive
14. (segue) c) La versione «moderna» della teoria del consenso e il c.d. «criterio dell'accettazione del rischio» richiamato dalla giurisprudenza
15. Il versante oggettivo del dolo eventuale: il rischio (non consentito) doloso
16. Il versante soggettivo del dolo eventuale: l'elemento rappresentativo e quello volitivo
17. La definizione corretta di «dolo eventuale» e la soluzione di alcuni casi problematici
IV. ALTRE FORME DEL DOLO
18. Dolo alternativo e dolo indeterminato
19. Dolo generico e dolo specifico
20. Dolo di danno e dolo di pericolo
21. Dolo iniziale, concomitante e successivo
22. Dolo generale
23. Dolo d'impeto, di proposito, e premeditazione
V. INTENSITÀ E ACCERTAMENTO DEL DOLO
24. L'intensità del dolo
25. L'accertamento del dolo
VI. IPOTESI PARTICOLARI
26. Dolo del delitto tentato
27. Dolo del soggetto non imputabile
XVI. Colpa
1. La colpa come criterio «eccezionale» di responsabilità penale nei delitti
2. La definizione legale di «delitto colposo» e la doppia collocazione sistemica della colpa
3. La colpa come elemento psicologico del reato: a) l'assenza di volontà del fatto; b) il ruolo dell'elemento intellettivo nella colpa
4. La crisi del concetto unitario di «colpa»
5. La coscienza e volontà della condotta nei reati colposi
6. La condotta colposa e la violazione del dovere oggettivo di diligenza
7. La colpa generica. Genesi e individuazione delle regole cautelari
8. La colpa specifica
9. Il contenuto delle regole cautelari e il superamento del rischio
10. Il principio di affidamento
11. La causazione colposa dell'evento
12. Questioni processuali. Le modalità di contestazione della colpa
13. La c.d. «misura oggettiva»
14. Il grado della colpa
15. Linee guida e colpa grave. La nuova colpa professionale del medico dopo la «legge Balduzzi» e la «legge Gelli-Bianco»
XVII. Errore sul fatto
1. Errore, ignoranza e dubbio; errore-motivo ed errore-inabilità
2. L'errore sul fatto quale riflesso negativo del dolo: la disciplina prevista nell'art. 47, comma 1, c.p.
3. Errore sul fatto ed errore sul precetto versus errore di fatto ed errore di diritto
4. L'errore sul fatto determinato da colpa
5. L'errore tra due condotte consecutive dello stesso autore (ovvero: l'ipotesi del dolo «colpito a mezza via» dall'errore)
6. L'errore su norma extrapenale che cagiona un errore sul fatto
7. L'errore sugli elementi specializzanti della fattispecie
8. L'errore determinato dall'altrui inganno
XVIII. Preterintenzione
1. La preterintenzione come forma generale e autonoma di responsabilità
I. STRUTTURA DELLA RESPONSABILITÀ PRETERINTENZIONALE
2. L'imputazione dell'evento più grave «necessariamente» non voluto
3. Il delitto preterintenzionale come ipotesi di dolo «misto» a responsabilità oggettiva
4. La variante della «responsabilità da rischio (vietato)»: il delitto preterintenzionale come ipotesi di dolo misto a prevedibilità ed evitabilità dell'evento più grave
5. Il delitto preterintenzionale come ipotesi di dolo «misto» a colpa specifica (per inosservanza di leggi penali)
6. Il delitto preterintenzionale come ipotesi di dolo «misto» a colpa generica
7. L'intepretazione più corretta
8. Applicazioni giurisprudenziali dell'omicidio preterintenzionale
II. REATI AGGRAVATI DALL'EVENTO
9. Le diverse tipologie di reati aggravati dall'evento
10. La natura preterintenzionale dei delitti dolosi aggravati da un evento («necessariamente») non voluto
XIX. Responsabilità oggettiva
I. NOZIONE E INQUADRAMENTO NEL CODICE DEL 1930
1. L'art. 42, comma 3, c.p.
2. I casi di responsabilità oggettiva nel codice penale
3. Le ipotesi di responsabilità oggettiva come deviazione dal principio di colpevolezza
II. RESPONSABILITÀ OGGETTIVA E PRINCIPIO DI COLPEVOLEZZA
4. Il contrasto della responsabilità oggettiva con il principio costituzionale di colpevolezza
5. La rilevante evoluzione della giurisprudenza costituzionale: responsabilità oggettiva e colpevolezza nelle sentenze della Corte costituzionale
III. REATO ABERRANTE E IPOTESI DI RESPONSABILITÀ OGGETTIVA
6. L'«abberatio delicti» monolesiva e plurilesiva
7. L'«aberratio ictus» plurilesiva come ipotesi indubbia di responsabilità oggettiva
8. L'«aberratio ictus» monolesiva come ipotesi di responsabilità oggettiva in senso ampio
IV. CONCORSO DI PERSONE NEL REATO E IPOTESI DI RESPONSABILITÀ OGGETTIVA
9. La commissione del reato più grave e il comma 2 dell'art. 116 c.p.
10. Il concorso di persone nel reato proprio
V. CONDIZIONI OBIETTIVE DI PUNIBILITÀ
11. Le tipologie di condizioni obiettive di punibilità e il fenomeno della responsabilità oggettiva
VI. IPOTESI DI RESPONSABILITÀ OGGETTIVA «IN SENSO AMPIO». LA C.D. «RESPONSABILITÀ OGGETTIVA OCCULTA»
12. La responsabilità oggettiva «in senso ampio»
13. La responsabilità oggettiva «occulta»
VII. SUPERAMENTO DELLO SCHEMA DELLA RESPONSABILITÀ OGGETTIVA
14. La riformulazione della disciplina dei reati di stampa
15. La riforma del regime di imputazione delle circostanze aggravanti
XX. Elemento soggettivo nelle contravvenzioni
PARTE TERZA: «ANTIGIURIDICITÀ»
XXI. Nozione di «antigiuridicità»
1. Il concetto di antigiuridicità oggettiva e i rapporti con la colpevolezza e con la tipicità
2. Antigiuridicità e tipicità
3. Antigiuridicità e colpevolezza
4. Modelli esplicativi. Antigiuridicità penale, extrapenale e prepenale
5. Antigiuridicità formale e sostanziale
6. Antigiuridicità speciale
7. La coscienza dell'antigiuridicità
XXII. Scriminanti
I. PREMESSA
1.Il concetto di «cause di giustificazione» o «scriminanti»
2. La disciplina delle cause di giustificazione
II. CONSENSO DELL'AVENTE DIRITTO
3. Le diverse ipotesi di rilevanza del consenso nell'universo penalistico
4. L'art. 50 c.p. e il consenso dell'avente diritto fra tipicità e giustificazione: «ratio» dogmatica e fondamento politico-criminale
5. La legittimazione a prestare il consenso e i limiti alla disponibilità del bene giuridico
6. La natura giuridica e i requisiti di validità ed efficacia del consenso
7. Ipotesi particolari: consenso putativo e consenso presunto
8. La rilevanza penale del trattamento medico-chirurgico e il problema del c.d. «consenso informato del paziente»: i c.d. «trattamenti sanitari arbitrati». Rifiuto informato di cura e rinuncia consapevole al trattamento
III: ESERCIZIO DI UN DIRITTO
9. Fondamento e struttura della causa di giustificazione
10. Il concetto di «diritto» e il problema delle fonti attributive di «facoltà»
11. I limiti e le concrete modalità di esercizio del «diritto»
12. Ipotesi di esercizio di un diritto in chiave scriminante: «offendicula», «ius corrigendi», diritto di sciopero, diritto di cronaca giornalistica, «nemo tenetur se detegere»
IV. ADEMPIMENTO DI UN DOVERE
13. L'adempimento di un dovere: definizione e fondamento sostanziale
14. Le fonti del dovere: norma giuridica e ordine legittimo della pubblica autorità. La «preferenza» per la volontà statuale
15. Legittimità dell'ordine: il potere di sindacato. Eccezioni: errore sul fatto; ordine vincolante. Il problema degli ordini manifestamente criminosi. La progressiva «internazionalizzazione» del problema dell'adempimento di un ordine illegittimo
16. Ipotesi speciali di adempimento di un dovere
V. LEGITTIMA DIFESA
17. La «ratio» della causa di giustificazione e la natura del diritto «difendibile»
18. Il contenuto della condotta di aggressione: il «pericolo attuale di un'offesa ingiusta» quale presupposto indefettibile della legittima difesa
19. Gli elementi strutturali della reazione difensiva. a) La «necessità di difendere un diritto»
20. (segue) b) La «proporzione tra difesa e offesa» e il «diritto all'autotutela in un privato domicilio» introdotto con la l. n. 59/2006
VI. USO LEGITTIMO DELLE ARMI
21. Rilievi di orine generale: la matrice «politico-autoritaria» di una scriminante ad ampio spettro applicativo
22. L'uso legittimo delle armi tra «autonomia» e «sussidiarietà»: il rapporto con l'«adempimento del dovere» (art. 51 c.p.) e la «difesa legittima» (art. 52 c.p.)
23. La struttura dell'esimente. a) I soggetti legittimati all'uso delle armi
24. (segue) b) Il «fine di adempiere un dovere del proprio ufficio»
25. (segue) c) La necessità di respingere una violenza, di vincere una resistenza ovvero di impedire la consumazione di gravi tipologie delittuose
26. L'immanente operatività del requisito della «proporzione» tra i beni giuridici in conflitto come proiezione del principio di imparzialità della pubblica amministrazione (art. 97 Cost.)
27. La disciplina del comma 4: ipotesi speciali di uso legittimo delle armi
VII. STATO DI NECESSITÀ
28. Natura e fondamento della scriminante
29. Il requisito del pericolo «non volontariamente causato né altrimenti evitabile» quale presupposto dell'azione necessitata. Il concetto di «danno grave alla persona»
30. Il rapporto di proporzione tra danno e pericolo
31. La «costrizione» e lo stato di necessità determinato dall'altrui minaccia
32. Stato di necessità e dovere di esporsi al pericolo
PARTE QUARTA: COLPEVOLEZZA
XXIII. Colpevolezza
1. La colpevolezza come categoria sistematica. Dimensione deontologica e dimensione fenomenica
2. Colpevolezza giuridica e colpevolezza morale
3. Colpevolezza per il fatto versus colpevolezza morale
4. L'evoluzione della dogmatica della colpevolezza: dalla concezione psicologica a quella normativa. La colpevolezza come atteggiamento interiore contrario al diritto
5. Alla ricerca del fondamento del rimprovero. Il c.d. «concetto sociale di colpevolezza»
6. Struttura e contenuti della categoria
7. Ruolo e significato della colpevolezza in un sistema penale orientato alla prevenzione
8. Colpevolezza come fondamento e colpevolezza come criterio di commisurazione della pena
9. La colpevolezza nel diritto civile e nel diritto penale amministrativo
XXIV. Imputabilità
I. COLLOCAZIONE SISTEMATICA E FONDAMENTO DELL'IMPUTABILITÀ
1. L'imputabilità come presupposto della colpevolezza
2. Il fondamento dell'imputabilità
3. Il dolo e la colpa del fatto del non imputabile
4. L'errore del non imputabile
II. LA CAPACITÀ D'INTENDERE E DI VOLERE E «ACTIO LIBERA IN CAUSA»
5. La capacità d'intendere e di volere
6. Il paradigma dell'«actio libera in causa»
III. CAUSE DI ESCLUSIONE O DI DIMINUZIONE DELL'IMPUTABILITÀ
7. La disciplina del codice penale
8. La minore età
9. Il vizio di mente
10. I gradi del vizio di mente
11. Vizio di mente e moderne neueoscienze: accertamento giudiziale e riflessi teorici
12. Stati emotivi o passionali
13. L'azione dell'alcol e delle sostanze stupefacenti
14. Ubriachezza accidentale
15. Ubriachezza volontaria e colposa
16. Ubriachezza preordinata
17. Ubriachezza abituale
18. Cronica intossicazione da alcol o da sostanze stupefacenti
19. L'azione di sostanze stupefacenti
20. Il sordismo
XXV. Coscienza dell'illiceità
1. L'art. 5 c.p. e la regola dell'inescusabilità dell'«ignorantia legis»
2. L'atteggiamento della dottrina e le prime aperture nella prassi giurisprudenziale. La c.d. «teoria della buona fede» nelle contravvenzioni
3. La modifica della norma per mano della Corte costituzionale e le sue implicazioni sul piano sistematico: la conoscibilità del precetto come «condicio sine qua non» del rimprovero di colpevolezza
4. I criteri di valutazione dell'evitabilità dell'«ignorantia iuris»
5. Le possibili cause dell'errore incolpevole
6. I limiti di rilevanza dello stato di dubbio
7. La questione dell'oggetto dell'ignoranza: l'illiceità penale o l'illiceità tout court?
8. La teoria della colpevolezza sul banco di prova dei reati a condotta neutra
XXVI. Scusanti
1. Natura, fondamento e collocazione sistematica
2. Le singole ipotesi: l'ordine illegittimo insindacabile
3. L'erronea supposizione dell'esistenza di una scriminante
4. Lo stato di necessità
5. Altre ipotesi scusanti
6. L'inesigibilità quale possibile causa preterlegale di esclusione della colpevolezza
7. Sulla possibile rilevanza, quale scusante, del c.d. «fattore culturale»
PARTE QUINTA: PUNIBILITÀ
XXVII. Condizioni obiettive di punibilità
1. La punibilità quale elemento strutturale del reato
2. Definizione di «condizione obiettiva di punibilità»
3. Analisi nominale: signifiato di «condizione obiettiva di punibilità»
4. Analisi del contenuto dell'art. 44 c.p.
5. Genesi e funzione dell'istituto. L'espressa previsione delle condizioni obiettive di punibilità come garanzia del principio di uguaglianza rispetto all'opportunità di punire
6. Condizioni obiettive di punibilità ed elementi costitutivi del fatto tipico
7. (segue) I criteri di individuazione
8. Condizioni intrinseche e condizioni estrinseche
9. Condizioni obiettive di punibilità e condizioni di procedibilità
10. Le condizioni obiettivi di punibilità come elementi del reato, esterni alla sua dimensione antigiuridica, tipica e colpevole, attinenti alla concreta opportunità della pena
XXVIII. Condizioni negative di punibilità
1. Le condizioni di non punibilità
2. La non punibilità per particolare tenuità del fatto introdotta dal d.lgs. n. 28/2015
3. Altre ipotesi di condizioni negative di punibilità
4. Le cause di non punibilità: riepilogo
FORME DI MANIFESTAZIONE DEL REATO
XXIX. Tentativo
1. Delitto tentato e reato consumato. L'«iter criminis»
2. Le origini dell'istituto
3. Il problema dell'inizio dell'attività punibile
4. La disciplina dell'art. 56 c.p.
5. La direzione non equivoca degli atti
6. L'idoneità degli atti
7. Tentativo compiuto e incompiuto
8. Desistenza volontaria e recesso attivo
9. Il dolo del tentativo
10. Il tentativo rispetto alle singole fattispecie delittuose
11. Delitto tentato circostanziato e delitto circostanziato tentato
12. Tentativo e delitti di attentato
13. Il reato impossibile
14. Il reato putativo
XXX. Concorso di persone
I. PLURISOGGETTIVITÀ
1. Il reato plurisoggettivo
2. Il concorso di persone: definizione normativa
3. L'art. 110 c.p. come clausola generale: il significato di «norma a funzione incriminatrice» o «norma di mera disciplina»
4. Le norme costituzionali integratrici della definiizone dell'art. 110 c.p.
5. Responsabilità personale: inadeguatezza del principio causale
6. Tassatività: il problema delle clausole generali
II. IMPUTAZIONE
7. «Imputatio»: la selezione soggettiva
8. Competenza come espressione del contemperamento, operato dalla Costituzione, tra libertà individuale e livello minimo giuridicamnte garantito di solidarietà: il dovere giuridico di corretta gestione della propria sfera di libertà
9. Doveri giuridici generali e doveri giuridici istituzionali: la solidarietà garantita da istituzioni
10. Doveri giuridici di solidarietà espressamente tipizzanti
11. Dovere giuridico astratto e sua tipizzazione nella fattispecie
III. FATTISPECIE CONCORSUALE
12. La fattispecie concorsuale
13. (segue) a) Concezione estensiva d'autore
14. (segue) b) Concezione restrittiva d'autore
15. (segue) c) Accessorietà classica e normativa
16. (segue) d) Teoria della fattispecie plurisoggettiva eventuale
17. (segue) e) Teoria delle fattispecie plurisoggettive differenziate
18. Qualificazione normativa e oggetto della previsione
IV. TIPICITÀ: CONCORSO DOLOSO E COLPOSO
19. Concorso nel fatto di reato. Accordo e istigazione non seguiti dalla commissione del reato (art. 15 c.p.)
20. La tipicità del fatto concorsuale
21. La teoria del concorso nella dogmatica tradizionale. a) L'elemento soggettivo della volontà della realizzazione collettiva come tratto precipuo del concorso di persone
22. (segue) b) La teoria del contributo causale
23. (segue) c) La teoria dell'agevolazione
24. (segue) d) La rinuncia al modello causale e il passaggio a quello prognostico
25. Teoria normativa del concorso: la selezione oggettiva secondo i caratteri della tipicità dolosa e colposa
26. Concorso doloso
27. Concorso colposo («culpa per relationem»)
28. Il problema della responsabilità dei concorrenti: differenti modelli descrittivi
29. Il problema dei concorrenti non imputabili
V. DISCIPLINA DEL CONCORSO DI PERSONE
30. Circostanze e cause di esclusione della pena
31. «Versari». Le figure concorsuali a responsabilità oggettiva
32. Responsabilità del partecipe per il reato diverso da quello da lui voluto commesso dagli altri concorrenti (art. 116 c.p.)
33. Concorso nel reato proprio: responsabilità del partecipe nel reato proprio non esclusivo (art. 117 c.p.)
34. Il reato necessariamente plurisoggettivo
35. «Societas scleris». Reato associativo: responsabilità dei vertici per i singoli reati-scopo
36. Concorso eventuale o esterno nel reato associativo: la «contiguità»
37. Agente provocatore
UNITÀ E PLURALITÀ DI REATI
XXXI. Concorso appartente di norme e concorso di reati
1. Generalità
2. Il concorso apparente di norme
3. (segue) Il principio di specialità
4. (segue) I criteri di sussidiarietà e di consunzione
5. Il concorso di reati
6. (segue) Il trattamento sanzionatorio
7. Il reato continuato. Generalità
8. (segue) Gli elementi costitutivi del reato continuato
9. (segue) La determinazione della pena
10. (segue) Il reato continuato come reato unico ovvero come pluralità di reati
11. Il reato complesso
«ACCIDENTALIA DELICTI»: IL REATO CIRCOSTANZIATO
XXXII. Circostanze del reato
1. Definizione
2. Funzione delle circostanze del reato
3. Il sistema delle circostanze del reato nel codice Rocco
4. La classificazione delle circostanze
5. La distinzione tra «circostanze» ed «elementi costitutivi» del reato
6. Il regime di imputazione delle circostanze
7. Il concorso di circostanze. Il concorso omogeneo
8. (segue) Il concorso eterogeneo. Il bilanciamento delle circostanze
9. Il rapporto tra valutazione delle circostanze e commisurazione della pena: il principio del «ne bis in idem»
10. Le singole circostanze aggravanti comuni (art. 61 c.p.)
11. Le singole circostanze attenuanti (art. 62 c.p.)
12. Le circostanze attenuanti generiche (art, 62-bis c.p.)
13. Le circostanze inerenti alla persona del colpevole: l'imputabilità e la recidiva
LE CONSEGUENZE DEL REATO
PARTE PRIMA: SANZIONI
XXXIII. Pene principali e pene accessorie
1. Le pene in senso stretto
I. PENE PRINCIPALI
2. Le specie di pene principali
3. La reclusione e l'arresto
4. L'ergastolo
5. Le pene limitative della libertà personale applicabili dal giudice di pace: la permanenza domiciliare e il lavoro di pubblica utilità
6. Le pene pecuniare
7. La conversione delle pene pecuniare
8. La conversione delle pene pecuniare per i reati di competenza del giudice di pace
II. PENE ACCESSORIE
9. Generalità
10. Le singole pene accessorie
III. PENE SOSTITUTIVE DELLE PENE DETENTIVE
11. Generalità
12. La semidetenzione e la libertà controllata
13. La pena pecuniaria
IV. MISURE ALTERNATIVE ALLA DETENZIONE
14. Le misure alternative alla detenzione
15. L'affidamento in prova al servizio sociale
16. La detenzione domiciliare
17. La semilibertà
18. Liberazione anticipata
19. Le ipotesi di rinvio dell'esecuzione della pena
XXXIV. Commisurazione della pena
1. Generalità
2. I criteri fattuali di commisurazione della pena: la gravità del reato
3. (segue) La capacità a delinquere
4. I criteri finalistici di commisurazione della pena
5. (segue) La rilettura dell'art. 133 c.p. in chiave costituzionalmente orientata
6. La commisurazione della pena pecuniaria
XXXV. Sanzioni civili ed effetti penali della condanna
1. Premessa
2. Le singole sanzioni
3. Le garanzie per le obbligazioni civili
4. Gli effetti penali della condanna
5. La riforma del sistema sanzionatorio
PARTE SECONDA: CAUSA ESTINTIVE
XXXVI. Cause di estinzione del reato e della pena
I. PREMESSA
1. Generalità
II. CAUSE DI ESTINZIONE DEL REATO
2. Le cause di estinzione del reato
3. (segue) a) La morte del reo prima della condanna
4. (segue) b) La prescrizione del reato
5. (segue) c) L'amnisita propria
6. (segue) d) La sospensione condizionale della pena
7. (segue) e) La sospensione del procedimento con messa alla prova
8. (segue) f) La remissione di querela
9. (segue) g) L'oblazione nelle contravvenzioni
10. (segue) h) Il perdono giudiziale e altri istituti minorili
III. CAUSE DI ESTINZIONE DELLA PENA
11. Le cause di estinzione della pena. a) La morte del reo
12. (segue) b) L'amnistia impropria
13. (segue) c) La prescrizione della pena
14. (segue) d) L'indulto
15. (segue) e) La grazia
16. (segue) f) La non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale
17. (segue) g) La liberazione condizionale
18. (segue) h) La riabilitazione
PARTE TERZA: MISURE DI SICUREZZA
XXXVII. Misure di sicurezza
I. PRESUPPOSTI E DISCIPLINA
1. Generalità
2. I presupposti di applicazione delle misure di sicurezza: il fatto previsto dalla legge come reato
3. (segue) La pericolosità sociale
4. (segue) Tipologie di pericolosità sociale specifica
5. Misure di sicurezza e principio di legalità
6. I limiti temporali delle misure di sicurezza
II. MISURE DI SICUREZZA PERSONALI
7. Generalità
8. (segue) La disciplina dell'esecuzione
9. (segue) Le singole misure di sicurezza personali. a) L'assegnazione a una colonia agricola o a una casa di lavoro
10. (segue) b) L'assegnazione a una casa di cura e custodia
11. (segue) c) Il ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario
12. (segue) d) Il ricovero dei minori in un riformatorio giudiziario
13. (segue) e) La libertà vigilata
14. (segue) f) Il divieto di soggiorno in uno o più comuni o in una o più province
15. (segue) g) Il divieto di frequentare osterie e pubblici spacci di bevande alcoliche
16. (segue) h) L'espulsione dello straniero e l'allontanamento del cittadino appartenente a uno Stato membro dell'Unione eruopea dallo Stato
III. MISURE DI SICUREZZA PATRIMONIALI
17. Generalità
18. (segue) La cauzione di buona condotta
19. (segue) La confisca
LE MISURE DI PREVENZIONE
XXXVIII. Misure di prevenzione
1. Generalità
2. I presupposti applicativi
3. Le misure di prevenzone personali. a) L'avviso orale (art. 3 d.lgs. n. 159/2011)
4. (segue) b) La sorveglianza speciale di pubblica sicurezza (art. 6 d.lgs. n. 159/2011)
5. (segue) c) Il foglio di via obbligatorio (art. 2 d.lgs. n. 159/2011)
6. Le misure di prevenzione patrimoniali
LA RESPONSABILITÀ DA REATO DEI SOGGETTI METAINDIVIDUALI
XXXIX. La responsabilità da reato dei soggetti metaindividuali
1. Persone giuridiche e diritto penale: il «societas delinquere non potest» come pensiero dominante nella cultura penalistica europea degli ultimi due secoli
2. Critiche, sul versante politico-criminale, rivolte al principio «societas delinquere non potest»
3. Gli ostacoli frapposti sulla via del riconoscimento di un'autentica responsabilità penale degli enti (e i vari modi escogitati per aggirarli)
4. L'inedito paradigma di responsabilità da reato delle persone giuridiche meso a punto nel d.lgs. n. 231/2001
5. Struttura e natura giuridica responsabili
6. I soggetti collettivi responsabili
7. I criteri oggettivi di imputazione
8. I criteri soggettivi di imputazione e la c.d. «colpevolezza di organizzazione» dell'ente
9. I reati-presupposto
10. I meccanismi sanzionatori applicabili agli enti
Indice analitico

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