I beni ecclesiastici rappresentano la componente più significativa del patrimonio culturale italiano. Un capitale immenso, che però deve fare i conti con la sfida della secolarizzazione e con la complessità istituzionale e organizzativa degli enti ecclesiastici. In mancanza di interventi efficaci, i suoi tesori rischiano soluzioni improprie o, peggio ancora, di cadere in rovina. La posta in gioco è altissima: in che modo la società civile, il volontariato e gli enti pubblici possono concorrere a proteggere e valorizzare questo patrimonio? Dopo un primo volume dedicato al quadro normativo sui beni culturali ecclesiastici e alle attività svolte dalle Fondazioni per individuare le situazioni più critiche e stabilire un insieme di buone prassi, questa seconda tappa della ricerca offre un quadro organico utile a meglio individuare i problemi in gioco e le possibili soluzioni, oltre che a riflettere sul ruolo di stimolo e supporto che le Fondazioni, in ragione della propria esperienza e della prossimità con le comunità di riferimento, possono svolgere presso i principali attori istituzionali, in particolare le autorità ecclesiastiche e il sistema pubblico statale, regionale e locale.
Istituita nel 2006, la Commissione Acri per le Attività e i Beni Culturali si occupa di ricerca e organizza incontri, discussioni e forum a supporto delle fondazioni di origine bancaria nel campo dell’arte e nella cultura.
- Presentazione, di Valentina Dania e Lorenza Gazzerro
- Introduzione, di Marco Cammelli
- 1. Il progetto e il Rapporto del secondo anno
- 2. Le analisi
- 2.1. L’analisi del gruppo giuridico
- 2.2. Esperienze delle fondazioni
- 2.3. Suggerimenti degli esperti
- 3. Indicazioni per le fondazioni
- 3.1. Al proprio interno
- 3.2. All’esterno
- 4. Conclusioni
- CAPITOLO PRIMO. RIUSO DEGLI EDIFICI DI CULTO E VALORIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI
- 1.1. La normativa canonica
- 1.1.1. Cause e rischi della dismissione di edifici di culto nei documenti della curia romana e della Conferenza episcopale italiana
- 1.1.2. La riduzione a uso profano di una chiesa: fattispecie e condizioni
- 1.1.2.1. La perdita della qualifica di edificio “sacro” secondo le previsioni del Codex Iuris Canonici: presupposti e procedure della riduzione a uso profano
- 1.1.2.2. Le “gravi ragioni” per la riduzione a uso profano alla luce della giurisprudenza del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica
- 1.1.3. La nuova destinazione dell’immobile: un uso profano “non indecoroso”
- 1.1.3.1. I possibili utilizzi dell’edificio e la nuova collocazione dei relativi beni mobili. Criteri generali ed esempi concreti
- 1.1.3.2. L’alienazione degli edifici di culto dismessi. Procedura e requisiti nel rispetto del carattere “non indecoroso” del nuovo uso
- 1.2. La disciplina statuale
- 1.2.1. Mutamento di destinazione d’uso dei beni culturali di interesse religioso
- 1.2.1.1. L’assenza nell’ordinamento statale di una disciplina del riuso dei beni culturali di interesse religioso e la disciplina generale sul mutamento di destinazione d’uso dei beni culturali
- 1.2.1.2. L’applicazione della disciplina statale sul mutamento di destinazione d’uso dei beni culturali ai beni di interesse religioso
- 1.2.2. L’opponibilità dei vincoli derivanti dal riuso dei beni immobili ecclesiastici di interesse storico-culturale tra normativa statale e normativa canonica
- 1.2.2.1. La normativa canonica. Il canone 1222 e l’assenza di specifiche garanzie a tutela del riuso non sordidum
- 1.2.2.2. Le garanzie per un uso non indecoroso derivanti dagli istituti civilistici
- 1.2.2.3. La normativa circolatoria in materia di beni culturali ecclesiastici e le possibili soluzioni per garantire l’opponibilità erga omnes del vincolo del riuso non sordido
- 1.3. Le fonti pattizie
- CAPITOLO SECONDO. TURISMO RELIGIOSO, VALORIZZAZIONE E FRUIZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE RELIGIOSO
- 2.1. Aspetti di interesse canonistico/pastorale
- 2.1.1. Chiesa e mobilità umana. Profili canonistici della pastorale del turismo
- 2.1.2. Fecondità del legame fra turismo e beni culturali della Chiesa quali instrumenta evangelizationis
- 2.1.3. Le istituzioni ecclesiastiche competenti. Dalle strutture apicali alle circoscrizioni parrocchiali
- 2.1.4. Pastorale e turismo nelle puntualizzazioni e negli orientamenti della Conferenza episcopale italiana
- 2.1.5. Le “frontiere”, antiche e nuove, del turismo religioso
- 2.1.5.1. L’itinerario turistico quale connubio di cultura e fede, tra indicazioni pastorali e proposte attuative
- 2.1.5.2. Il progetto Bellezza e Speranza per Tutti per l’istituzione di Parchi (o Reti) culturali ecclesiali
- 2.1.5.2.1. Il Parco culturale ecclesiale quale prototipo di turismo “pastoralmente” sostenibile
- 2.1.5.2.2. La procedura di riconoscimento dei Parchi culturali ecclesiali e alcune esperienze concrete
- 2.2. Interventi legislativi statuali, normativa regionale e interventi locali
- 2.2.1. Dal turismo sociale, al turismo religioso culturale attraverso le norme speciali per gli enti e le associazioni religiose
- 2.2.2. La questione della competenza legislativa in tema di turismo
- 2.2.3. Il Codice del turismo religioso del 2011
- 2.2.4. Le funzioni amministrative e il ruolo del privato
- 2.2.5. La legislazione regionale: singole Regioni
- 2.3. Intese, accordi e convenzioni per la promozione del turismo religioso
- 2.4. Turismo religioso e patrimonio culturale immateriale di interesse religioso
- 2.5. Il catalogo dei cammini religiosi italiani
- 2.6. Qualche notazione di prospettiva
- CAPITOLO TERZO. TERZO SETTORE, VOLONTARIATO E PATRIMONIO CULTURALE DI INTERESSE RELIGIOSO
- 3.1. La disciplina degli ETS: il ramo TS dell’ente religioso civilmente riconosciuto tra disposizioni del Codice e riflessi canonistici
- 3.1.1. Dalla riforma al Codice del Terzo settore: la condizione di “ente del Terzo settore” tra presupposti, vantaggi e oneri
- 3.1.2. Una disciplina ad hoc per gli enti religiosi civilmente riconosciuti: il “ramo di Terzo settore” e le sue peculiarità
- 3.1.3. I requisiti stabiliti dal Codice per l’istituzione del ramo di Terzo settore
- 3.1.3.1. Il “patrimonio destinato” e le sue implicazioni sulla responsabilità patrimoniale dell’ente e del ramo
- 3.1.3.2. Il regolamento del ramo di Terzo settore e i suoi contenuti. Condizioni generali, requisiti specifici e deroghe apposite
- 3.1.3.3. La tenuta separata delle scritture contabili: modalità per assolvere l’onere di cui al Codice del Terzo settore e affinità con il diritto canonico
- 3.2. Le attività degli enti del Terzo settore (ETS) e delle organizzazioni di volontariato (ODV) per il patrimonio culturale religioso
- 3.3. La collaborazione tra organizzazioni ecclesiastiche ETS e ODV operanti nell’ambito delle attività culturali
- 3.4. L’esperienza di una diocesi
- 3.4.1. Forme di organizzazione ecclesiastica locale
- 3.4.2. La diocesi di Piacenza-Bobbio
- 3.4.3. Un esempio di organizzazione e gestione integrato
- Patrimonio di interesse religioso: scenari territoriali di conoscenza, interpretazione e pianificazione, di Andrea Longhi
- Un’Emergency List per definire la priorità degli interventi in ambito culturale di Fondazione Cariparma (2010-2012), di Carlo Mambriani
- La conservazione programmata, di Stefano Della Torre
- Istituzioni, territori, patrimonio ecclesiastico. Prospettive per l’azione delle fondazioni, di Francesca Chiocci, Raffaele Colaizzo e Francesco Palumbo
- Chiese a porte aperte. Nuove tecnologie al servizio del Cultural Heritage, di Roberto Canu