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ISCRIVITIBinarismo e fluidità rischiano di collidere. Il mondo sarà di eguali, se saranno unici.
Le nostre società continuano a basarsi sul dualismo uomo-donna. Una struttura che costituisce una barriera sociale per coloro che (transgender, transessuali, di genere non-binario...) desiderano cambiare, mescolare o identificarsi in più espressioni di genere. Nonostante i generi multipli, i pronomi e i bagni neutri, le denominazioni X e altre manifestazioni di degendering stiano diventando comuni, le categorie giuridiche e sociali dell’emancipazione sono ancora modellate sulla struttura binaria. Viviamo perciò una situazione paradossale: per identificare e combattere concretamente la disuguaglianza di genere, qualunque essa sia, abbiamo a disposizione solo quelle categorie – frutto anche delle lotte femministe per la parità all’interno di una struttura patriarcale di fatto non modificata – che oggi risultano però troppo riduttive per riconoscere le molte maschilità e femminilità possibili. I nuovi paradossi dell’identità: e se il genere non fosse più il modo efficace per rendere inclusiva la società? Se aspiriamo all’uguaglianza, dobbiamo desiderare un mondo dove si possa andare verso l’unicità.
Judith Lorber, professor emerita di Sociology and Women’s Studies a The Graduate School and Brooklyn College, CUNY. A partire dagli anni settanta ha dato un decisivo impulso agli studi di genere, di cui è stata tra le prime docenti. Tra i suoi libri più conosciuti «Paradoxes of Gender» (1994), «Gender Inequality» (20115).