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- Presentazione dell’edizione italiana, di Maria Rosaria
Ferrarese
- Introduzione
- Parte prima: Che cos’è la giustizia digitale?
- I. Una rivoluzione grafica
- 1. La rivoluzione digitale nella lunga storia della
scrittura.
- 2. Una tecnologia dalle incalcolabili capacità.
- 2.1. La digitalizzazione.
- 2.2. La programmazione.
- 2.3. Stabilire correlazioni.
- 3. I due registri del
software e dell’hardware.
- 4. Una scrittura muta, opaca
e in continuo movimento.
- 4.1. La scrittura informatica
non possiede tutte le proprietà del linguaggio.
- 4.2. Una
scrittura muta e opaca.
- 4.3. Una scrittura che ha
profondità.
- 5. Un altro modo di produrre significato.
- 5.1. Rischio di de-simbolizzazione nell’uso attrezzato
della scrittura.
- 6. Una scissione fra scrittura e istituzione.
- 6.1. Funzione espressiva e funzione performativa
in diritto.
- 6.2. La pretesa della scrittura digitale di fare
a meno del simbolico.
- II. L’ordine grafico
- 1. Crisi dello spazio e del tempo.
- 2. Hilbert: ridurre la
matematica a elaborazione grafica.
- 3. Gödel e la codifica
digitale.
- 4. Turing e la macchina calcolatrice.
- 5. La
persistenza di una dimensione non scritta.
- 6. Turing,
1950: un risultato negativo relativo all’espansione del calcolabile.
- 7. L’ordine grafico, la geometria e il significato.
- III. Un fatto sociale totale
- 1. Una promessa politica.
- 1.1. I dati: un bene pubblico
paradossale.
- 1.2. Una rivoluzione non politica.
- 2. Una
mutazione sociologica.
- 2.1. Un accesso più diretto alla
giustizia.
- 2.2. Una democratizzazione del diritto.
- 2.3. Il
monopolio della mediazione messo in discussione.
- 3. Una
rivoluzione cognitiva.
- 3.1. La ridefinizione del diritto
tramite una lettura computazionale ed economica.
- 3.2. I
giuristi scoprono un nuovo diritto.
- 3.3. Un nuovo
approccio: «diritto e matematica».
- 4. La prosecuzione
della politica, del diritto e della società senza terzi.
- IV. Un nuovo diritto naturale
- 1. Il digitale: nuova dimensione del mondo vissuto.
- 1.1. La necessità di un doppio lavoro.
- 1.2. Un
disorganizzatore dello spazio e del tempo.
- 2. Una nuova
credenza collettiva: la delega alle machine.
- 2.1. Un
mondo preordinato dal calcolo?
- 2.2. Il prolungamento
del corpo sotto forma di memoria esterna?
- 2.3. L’ineluttabile
delega alle macchine?
- 2.4. Una tappa
nell’auto-produzione della società?
- 3. Un nuovo referente
astratto per le istituzioni giuridiche.
- 3.1. Una
forma simbolica normativa.
- 3.2. Una norma di giudizio
della giustizia.
- 3.3. Salvare il giudizio dalla propria
umanità.
- 3.4. Una decisione più imparziale di quella
degli uomini.
- 3.5. È possibile sostituire il simbolico
con il calcolabile?
- V. La «blockchain»: rivoluzione nella rivoluzione
- 1. La profonda competizione fra diritto e digitale.
- 2. Un
impatto più diretto sul mondo fisico.
- 2.1. I contratti
intelligenti.
- 2.2. Le «decentralized autonomous organisations
».
- 2.3. Dei criteri di legittimazione molto classici.
- 3. Una più profonda disintermediazione.
- 3.1. Dal
potere decentrato al potere distribuito.
- 3.2. Una deistituzionalizzazione
più profonda e più credibile.
- 3.3. A
ognuno esattamente ciò che gli spetta.
- 4. Il rischio
di radicalità della norma tecnica.
- 4.1. Le virtù della
respirazione.
- 4.2. I meriti dell’incertezza.
- 4.3. Elogio
del gioco.
- 4.4. L’estremismo della memoria.
- Parte seconda: Ciò che la giustizia digitale fa
all’idea di «giustizia»
- VI. La quarta dimensione dell’udienza
- 1. Districare lo spazio e il tempo.
- 1.1. Strutturazione
dell’udienza e «iterative process».
- 1.2. Il risultato
di due calcoli.
- 2. Una disintermediazione della prova.
- 2.1. Il lavoro preliminare di verbalizzazione dei
fatti.
- 2.2. Una prova che parla da sola.
- 2.3. Il tempo
di conservazione delle prove.
- 2.4. La precisione
della marcatura temporale.
- 3. Un impoverimento
dell’esperienza del processo.
- 3.1. Discontinuità
nella produzione di senso.
- 3.2. Discontinuità fra la
presenza e il luogo dell’azione.
- 3.3. Discontinuità
fra rituale e procedura.
- 3.4. Discontinuità fra comunicazione
e informazione.
- 3.5. Discontinuità fra
il gesto e la parola.
- 3.6. Discontinuità fra vedere,
udire e percepire gli odori.
- 3.7. Discontinuità fra
contesto e testo.
- 3.8. Discontinuità fra investimento
e azione.
- 3.9. La dipendenza dallo strumento.
- 4. Le
sfide della de-ritualizzazione.
- 4.1. La concatenazione
tecnica e la deviazione tramite la forma simbolica
del rituale.
- VII. Giudici esanimi, non avete dunque un’anima?
- 1. Una mediazione sotto l’egida della «quarta parte
».
- 1.1. Una forma di giustizia sistemica.
- 2. Una
giustizia totalmente online.
- 2.1. Dei giurati distribuiti.
- 2.2. Un ordine distribuito.
- 2.3. Il «gioco»
della verità.
- 2.4. Il terzo interessato.
- 2.5. L’esecuzione
automatica delle decisioni.
- 3. Al di là
della democrazia?
- 3.1. Un’inversione dei princìpi
democratici.
- 3.2. Il luogo vuoto della legge, il centro
occupato dalla tecnica.
- VIII. Una funzione predittiva?
- 1. Le operazioni della giustizia predittiva.
- 1.1. «Descrittura
» e riscrittura del giudizio.
- 1.2. La correlazione.
- 1.3. «Quantitas non auctoritas facit
legem».
- 1.4. Una costante correzione delle previsioni.
- 2. Le diverse tecniche predittive.
- 2.1. Il
trattamento di informazioni dinamiche.
- 3. Domande epistemologiche.
- 3.1. Si può sostituire la causalità
con la correlazione?
- 3.2. Qual è la dimensione sufficiente?
- 3.3. Il futuro può essere dedotto dal passato?
- 3.4. Si può ancora essere deterministi e predittivi
allo stesso tempo?
- 4. Problemi che pone l’applicazione
della previsione alle decisioni giudiziarie.
- 4.1. Differenza
fra prescrizione e prevedibilità.
- 5. Rischi
sistemici.
- 5.1. La rarefazione dei giudizi.
- 5.2. Un
rafforzamento delle tendenze maggioritarie.
- 5.3. Un
annullamento dell’esperienza.
- 5.4. Un rischio di performatività.
- 5.5. Una pietrificazione del tempo.
- 5.6. Un
nuovo sapere giuridico.
- 5.7. Quando la conoscenza
della norma si combina con il mercato.
- IX. Quando la legge scompare…
- 1. Una norma personalizzata e la fine del carattere
generale della legge.
- 1.1. Dalla regola generale all’ingiunzione
personale.
- 1.2. La regola di diritto che
diventa norma.
- 1.3. L’ingiunzione e la plasticità della
norma.
- 2. Una sanzione personalizzata e la fine dell’uguaglianza
davanti alla legge.
- 2.1. Previsione e comportamento.
- 2.2. La legge è il soggetto.
- 2.3. La giustizia
«indiscutibile» dell’hacker?
- 3. L’inasprirsi delle disuguaglianze.
- 3.1. Dalla delega alla paura di essere relegati.
- X. Giudizi influenzati
- 1. L’orizzontalizzazione del controllo.
- 1.1. La valutazione/
raccomandazione.
- 1.2. La votazione.
- 2. La
pressione della moltitudine.
- 2.1. Cento colleghi in ogni
giudizio.
- 2.2. Centoventitré clienti in uno.
- 2.3. Il
settantacinque per cento dei casi e il mio.
- 2.4. La moltitudine
e l’esclusione.
- 3. L’influenza e la convergenza
dei giudizi.
- 3.1. L’influenza della rete.
- 3.2. L’irrigidimento
dei comportamenti.
- 3.3. Il paradosso di von
Foerster.
- 3.4. La nuova esteriorità rispetto alle relazioni
interindividuali.
- 3.5. Una disfatta per la democrazia.
- XI. Il grande aggiustamento
- 1. Digitalizzazione e qualificazione giuridica.
- 1.1. Un
nuovo equivalente generale.
- 1.2. Digitalizzazione e qualificazione
giuridica: due strade alternative per normare
il reale.
- 1.3. Simbolico contro scienza.
- 1.4. Contitinuità della digitalizzazione, discontinuità della giuridicizzazione.
- 1.5. Non un linguaggio comune, ma
delle corrispondenze attive.
- 2. Una legge sotto la
dettatura del mondo.
- 2.1. Infittirsi dello spazio e
intensificazione dell’esperienza del mondo.
- 2.2. Una
trasformazione permanente.
- 3. La giustizia come
«fairness», la giustizia come «fitness».
- 3.1. La correttezza
dei rapporti sociali.
- 3.2. Delle regole di autocorrezione.
- 3.3. Un darwinismo giuridico.
- XII. Il mito della delega alle macchine
- 1. Un insieme di concetti.
- 1.1. Il computer che diventa
feticcio.
- 1.2. Un ideale di autonomia.
- 1.3. Un’internalizzazione
del potere.
- 1.4. L’ultra-soluzione.
- 2. Il diritto
che diventa sistema.
- 2.1. La situazione del mondo
dopo il 1989.
- 2.2. Dall’ordinamento giuridico al diritto
ridotto a sistema.
- 2.3. Il «legal design».
- 3. Non una
sostituzione, ma una sovrapposizione.
- 3.1. Rimescolamento
delle categorie del diritto.
- 3.2. L’eco digitale.
- 4. Una delega volontaria.
- 4.1. Un’alienazione da
sé stessi?
- 5. Sistemizzazione e disintegrazione della
giustizia.
- 5.1. L’illusione di un sistema regolato dai
suoi attori.
- 5.2. Il ritorno di una violenza giustiziera.
- 5.3. Il ritorno del simbolico represso.
- Conclusioni. Migliorare la capacità degli uomini di
produrre una giustizia umana
- 1. L’infinita ed egemonica estensione dell’ambito del
calcolabile.
- 2. Il limite interno del calcolo e la necessità
di combinare diverse forme simboliche.
- 3. Delega
alle macchine/relegazione sociale: la prova tramite il
conflitto.
- 4. La necessità di uno spazio politico di
riflessività.
- 4.1. La creazione di uno spazio concreto
di riflessività che reintroduce la dimensione del sensibile.
- 4.2. Una mediazione che semplifica in funzione
di un’idealità.
- 4.3. Uno spazio politico semichiuso per
reintegrare la volontà dei cittadini.
- 4.4. Il mutuo riconoscimento
come premessa e finalità della giustizia.
- 5. Le
acquisizioni digitali integrate nella giustizia.
- 5.1. Un
innalzamento del livello di coscienza degli attori del
processo.
- 5.2. La giustizia è una questione umana.
- Ringraziamenti