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ISCRIVITI«Tre righe convergenti verso un vertice ed è subito Cervino. Nel gigante delle Alpi Pennine vive la perfezione simmetrica della piramide, il sogno pitagorico del demiurgo, l’impeccabilità di un’equazione geologica.»
Questo è un viaggio attraverso l’immaginario della montagna. Per la prima volta il mondo delle vette viene raccontato attraverso i suoi simboli. Sono le rappresentazioni, le icone, le figure, gli emblemi con cui nel corso dei secoli la montagna è venuta rivelando le sue infinite sfaccettature. Si parte dagli animali: l’aquila, lo stambecco e il camoscio, il cervo, espressioni della wilderness. Si prosegue con il Cervino, che esalta la vetta come altezza, slancio, perfezione. E poi lo chalet svizzero, l’Edelweiss, Heidi, fino a giungere all’attrezzo-simbolo della piccozza, emblema di sfida e di ardimento. Dalla letteratura alla pubblicità, dagli stemmi dei club alpini ai canti di montagna, dalla storia alle cronache, uno sguardo esemplare sulla civiltà del verticale.
Franco Brevini insegna all’Università di Bergamo e collabora con il «Corriere della Sera». Ha pubblicato una trentina di volumi, fra cui «Le parole perdute» (Einaudi, 1990); «La poesia in dialetto. Storia e testi dalle origini al Novecento», 3 voll. (Mondadori, 1999); «La letteratura degli italiani» (Feltrinelli, 2010); «L’invenzione della natura selvaggia. Storia di un’idea dal XVIII secolo ad oggi» (Bollati Boringhieri, 2013); «Così vicini, così lontani. Il sentimento dell’altro, fra viaggi, social, tecnologie e migrazioni» (Baldini & Castoldi, 2017) e, per il Mulino, «Alfabeto verticale» (2015). Alla ricerca scientifica ha affiancato un’intensa attività di alpinista e viaggiatore.