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ISCRIVITILa parola che evoca l'inferno e il cielo, il nulla e il tutto, l'orrore della colpa e la speranza della salvezza. E' il compito della predicazione, forma che del Seicento costituisce uno dei più complessi lasciti. E come tale offre un campo ancora molto da esplorare. Lo fa questo libro, nel quale a un grande quadro d'insieme sulle forme e tendenze specifiche della predicazione barocca seguono cinque indagini particolari su aspetti rimasti in ombra: dalla "scuola" dei Canonici regolari lateranensi alla retorica dei "Sermoni divoti" all'oratoria sacra dei gesuiti del Collegio Romano; e su testi poco noti di autori famosi come Emanuele Tesauro e Giacomo Lubrano. Se, come scriveva Bossuet, la predicazione è arte che non finisce mai di sorprendere, il volume - singolare tipo di monografia a più voci - continua a farcene conoscere nodi, aspetti e figure di rilievo.
Maria Luisa Doglio insegna Letteratura italiana nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino. Con il Mulino ha pubblicato "L'arte delle lettere. Idea e pratica della scrittura epistolare tra Quattro e Seicento" (2000); nonché, curati insieme a Carlo Delcorno, "Scrittura religiosa. Forme letterarie dal Trecento al Cinquecento" (2003), "Rime sacre dal Petrarca al Tasso" (2005) e "Rime sacre tra Cinquecento e Seicento" (2007). Carlo Delcorno insegna Letteratura italiana nella Facoltà di Lingue e letterature straniere dell'Università di Bologna. Fra le sue pubblicazioni, "La tradizione delle 'Vite dei santi padri'" (Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, 2000). Per il Mulino ha curato, insieme a Maria Luisa Doglio, "Scrittura religiosa. Forme letterarie dal Trecento al Cinquecento" (2003), "Rime sacre dal Petrarca al Tasso" (2005) e "Rime sacre tra Cinquecento e Seicento" (2007).