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ISCRIVITIChe cosa ci insegnano i miti e i grandi archetipi della letteratura sull'origine e sul destino del diritto? "L'arte precede la natura", scriveva Oscar Wilde; e Balzac aggiungeva: "Un romanzo è più vero della storia". Allo stesso modo, i grandi autori qui evocati scrivono storie che costituiscono gli scenari immaginari ai quali si ispira il diritto. Irriducibili a un'interpretazione univoca, queste storie sono perfino più vere della loro trascrizione giuridica, perché rendono più efficacemente giustizia all'infinita complessità del reale. La consegna delle tavole della legge (Mosè), l'invenzione della giustizia ("Orestea" di Eschilo), la ribellione della coscienza ("Antigone" di Sofocle): sono le principali tappe di un percorso narrativo che si spinge alle fonti di un immaginario giuridico ancora da esplorare. In contrasto con una visione formalista o moralista della legge, questo libro si pone un obiettivo ambizioso: immergere il diritto nella finzione letteraria per permettergli di ritrovare le proprie radici.
François Ost, vice rettore della Facoltà Saint-Louis di Bruxelles, insegna Filosofia del diritto anche nelle Università di Ginevra e Lovanio. Dirige l'Académie européenne de Téorie du droit e presiede la Fondation pour les générations futures. Tra i suoi libri tradotti in italiano: "Il diritto ovvero i paradossi del gioco" (con M. Van de Kerchove, Giuffrè, 1995).