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ISCRIVITI"Fra tutte le storie della prima Repubblica uscite finora, questa è senz'altro la più convincente ed equilibrata" (Giovanni Sabbatucci)
Alla domanda se la Repubblica sia nata solo dalla Resistenza, o anche dalla crisi dello Stato-Nazione costruito dal fascismo, Lepre fornisce qui una risposta che va nella direzione della seconda ipotesi, e per questo comincia la propria indagine dal dicembre 1942, quando quella crisi apparve in tutta la sua gravità. Essa colpì tuttavia la nazione più fortemente che non lo Stato, di cui molto fu conservato: alla concezione fascista dello Stato etico si sostituì quella del Partito etico, fondamento, questo, di molte degenerazioni e del crollo del sistema dei partiti. La peculiarità della prima Repubblica è d'altronde dovuta al fatto che l'Italia è stata zona di frontiera tra il blocco occidentale e quello orientale, ed è stata attraversata al suo interno da una sorta di invisibile confine. Al di là degli avvenimenti politici ed economici, l'autore non trascura le metamorfosi del gusto e degli stili di vita, la storia delle mentalità e del costume, il percorso di modernizzazione che a vari livelli ha investito il nostro paese. Se l'esperienza della prima Repubblica può dirsi consumata, l'avvio della seconda è stato assai incerto: una transizione che paradossalmente nel nostro paese dura ormai da un decennio.
Aurelio Lepre ha insegnato Storia contemporanea nell'Università di Napoli. Tra i suoi libri ricordiamo "Storia della Repubblica di Mussolini" (Mondadori, 1999), "Che c'entra Marx con Pol Pot" (Laterza, 2001), "Storia degli italiani nel Novecento" (Mondadori, 2003). Con il Mulino ha pubblicato anche "L'anticomunismo e l'antifascismo in Italia" (1997).