Copertina L'entrata in guerra dell'Italia nel 1915

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collana "Quaderni dell'Istituto storico italo-germanico in Trento"
pp. 216, Brossura, 978-88-15-11107-4
anno di pubblicazione 2010

JOHANNES HURTER, GIAN ENRICO RUSCONI (a cura di)

L'entrata in guerra dell'Italia nel 1915

Gli italiani hanno un rapporto difficile con la guerra. Anche con la guerra che hanno sentito pi intimamente, nel bene e nel male: la Grande guerra. Essa rimasta nella memoria collettiva come "la nostra guerra". Cos l'hanno chiamata gli interventisti nel 1915, ma diventata tale soltanto quando l'hanno fatta propria milioni di uomini, magari maledicendola, nelle trincee. Una guerra che avrebbe creato un enorme potenziale di identificazione nazionale ma che - in fondo - non era desiderata, salvo che da una irruente minoranza, intimidente e seduttiva. Ci che spinge nella primavera del 1915 alla guerra il governo nazional-liberale di Antonio Salandra e di Sidney Sonnino non soltanto il desiderio di liberare le terre italiane "irredente", di completare l'opera risorgimentale o di emancipare i popoli danubiani e slavi dalla prigione dell'autocrazia asburgica - come dicono gli interventisti democratici - ma soprattutto la volont di conquistare per l'Italia lo status di "grande potenza" nell'area adriatica e balcanica. E' un gesto di politica di potenza forte e pieno. E' un atto del tutto legittimo secondo la logica geopolitica del tempo. La guerra dunque voluta e imposta dall'alto dalle autorit istituzionali sotto la pressione di minoranze attive e prepotenti, al limite della legalit. Ma l'operazione di attivazione e mobilitazione dall'alto a favore dell'intervento funziona. La popolazione, inizialmente in gran parte perplessa e incerta, si mostra alla fine disponibile, remissiva, disciplinata. Fa un atto di fiducia nella propria classe dirigente. C' l'attesa di una guerra breve, risolutiva, vittoriosa. Invece lo "sbalzo offensivo" promesso e atteso dai militari e dai politici nell'estate 1915 manca o fallisce miseramente. La guerra si rivela un azzardo.

Johannes Hrter svolge attivit di ricerca presso l'Institut fr Zeitgeschichte di Monaco. I suoi campi di indagine riguardano la politica militare, le relazioni internazionali della Germania nelle et del Reich tedesco, della Repubblica di Weimar e della dittatura nazionalsocialista. Gian Enrico Rusconi ordinario di Scienza politica presso l'Universit di Torino. Lo studio della storia e della societ tedesche una delle costanti della sua ricerca scientifica, accanto allo studio della politica e della scienza politica in senso stretto, ai problemi storico-politici dell'Italia contemporanea e alla questione dei rapporti tra laici e cattolici in Italia.

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