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Nel corso dell'esperienza repubblicana, i nove presidenti che si sono succeduti hanno interpretato, ciascuno a modo suo, una carica che studiosi autorevoli hanno giudicato la più ambigua fra quelle previste dalla Carta del 1948: un po' notaio, un po' arbitro, un po' capitano. Certo è che da quasi 25 anni il presidente ha acquistato una centralità alla quale i costituenti non avevano davvero pensato e che figlia, prima di tutto, delle difficoltà e delle ripetute crisi del sistema politico - centralità che ha ormai inciso sulla stessa forma di governo. Questo libro cerca di raccontare perciò cosa dovrebbe fare, cosa fa e cosa si vorrebbe che facesse in futuro il presidente, anche nella prospettiva di riforme costituzionali intese a dare uno sbocco definitivo alla cosiddetta "transizione" italiana.
Carlo Fusaro insegna Istituzioni di diritto pubblico e Diritto pubblico comparato nell'Università di Firenze. Per il Mulino ha pubblicato, tra l'altro, il "Corso di diritto pubblico" (II ed. 2002) e, in questa stessa collana, "Il governo delle democrazie" (II ed. 2001), entrambi con A. Barbera.