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ISCRIVITILo specchio di un'Italia popolare e moderata.
Anche la Democrazia cristiana viene da lontano. Lontano dal Risorgimento che aveva realizzato l'unità italiana a spese del papato e del sentimento cattolico. Lontano dal regime fascista e dalla suggestione comunista. Lontano dal mito della Resistenza, a cui pure una minoranza cattolica aveva preso parte. Lontano dagli ambienti che producevano ricchezza e dai circoli che facevano opinione. E perfino lontano, non sembri paradossale, da quella Chiesa che, almeno all'inizio, aveva guardato con diffidenza l'innesto di un partito cristiano nella politica moderna. Da quella sua iniziale lontananza la Dc si è mossa alla conquista dell'anima politica italiana e vi si è insediata, cercando di adattare la sua politica a quel popolo che l'aveva votata e che si era ritrovato sotto le sue bandiere per le ragioni più svariate. Contemporaneamente partito di consenso, di potere e di fede, ha fatto a lungo tutt'uno con il paese: ne è stata la guida e il riassunto. Il partito della società italiana, dello Stato e della Chiesa raccontato in una carrellata che comincia con la vittoria degasperiana e finisce con i tanti processi, metaforici e giudiziari (da Pasolini a Tangentopoli), intentati negli ultimi anni contro lo scudocrociato.
Marco Follini è giornalista e deputato. Tra i suoi libri più recenti vanno ricordati "Dc al bivio" (Laterza, 1992) e "C'era una volta la Dc" (Il Mulino, 1994).