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REGISTERSi è spento all'età di 84 anni Paolo Prodi. Storico insigne, ha pubblicato tutti i suoi libri principali con il Mulino, della cui Associazione è stato uno dei protagonisti.
Una nota editoriale di Ugo Berti Arnoaldi e la sua ultima intervista televisiva.
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Paolo Prodi, scomparso il 16 dicembre, è stato uno dei protagonisti del lavoro culturale del Mulino nelle sue diverse istituzioni, dall’Associazione alla Biblioteca, all’editrice, a partire in particolare dal rapporto editoriale stretto alla metà degli anni Settanta fra il Mulino e l’Istituto italo-germanico di Trento, che Prodi aveva allora contribuito a fondare.
La sua presenza ha marcato fortemente le scelte editoriali del Mulino per la storia. Soprattutto, Prodi ha dato al Mulino la quasi totalità dei suoi studi: da Il sovrano pontefice, fondamentale ricerca sullo Stato pontificio, alla straordinaria trilogia Il sacramento del potere, sul giuramento politico, Una storia della giustizia e Settimo non rubare, che disegna la sua grandiosa visione dello sviluppo della storia europea dal Medioevo a oggi: una visione ripresa e sintetizzata con Il tramonto della rivoluzione e con il recentissimo Occidente senza utopie scritto con Massimo Cacciari.
Dal 2012 aveva iniziato a raccogliere la sua produzione dispersa in una serie di volumi tematici che doveva concludersi nel 2017 con un ottavo volume dedicato alle proprie esperienze politiche.
Ugo Berti Arnoaldi