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#32 | Bologna | 6 ottobre 2024


Cara lettrice, caro lettore,

domani è il 7 ottobre: è già trascorso un anno dall’attentato terroristico di Hamas a Israele e dall’esplosione di una guerra che si allarga e di cui non si vede la fine.

Un anno fa, in questa newsletter, avevamo cercato comprensione e complessità nelle parole di Le pietre di Gerusalemme, un autentico capolavoro di Fosco Maraini (qui il libro e qui i podcast, che non smetteremo mai di consigliare).

Quest’anno in casa editrice abbiamo ragionato diffusamente sui concetti di guerra e di pace, pubblicando in particolare due libri: Il ritorno della guerra di Marco Mondini e Pace, di Arianna Arisi Rota.

Nei giorni scorsi abbiamo provato a mettere in dialogo i due autori. A entrambi gli storici abbiamo posto le stesse domande: sulla guerra, sulla pace, sull’Occidente e su noi italiani.

Ne è uscita questa sorta di intervista doppia per la rubrica YouTube #Ragionandodi, che ti proponiamo come fosse un libro: 

Parlarsi delle cose difficili è importante. Non bisogna smettere di provarci: la buona notizia è che con i libri ci si può ancora riuscire.

 


 

Quando la Storia torna porta la guerra

Fino al 1945, milioni di cittadini-soldato sarebbero stati mandati a rischiare la vita sui peggiori fronti immaginabili, dai tremila metri delle Alpi alle steppe dell’Ucraina, dove molti di loro sarebbero caduti in decine di battaglie, alcune vinte, perlopiù perdute.

Avrebbero servito a volte sotto generali che li disprezzavano, come Luigi Cadorna, che riteneva i suoi fanti una manica di vigliacchi e sediziosi, altre volte sotto dei puri incompetenti capaci di mandare al macello intere armate, come Rodolfo Graziani o Sebastiano Visconti Prasca, ottimi esempi del grado di dilettantismo raggiunto dai condottieri favoriti dal fascismo.

Eppure, quei cittadini-soldato, semplici najoni, borghesi con spalline da ufficiali dilettanti o giovani tenenti appena usciti dalle scuole militari, avrebbero continuato a partire per il campo di battaglia al ritmo di una guerra a generazione, senza praticamente mai protestare e, normalmente, ricevendo ben pochi ringraziamenti.

Capire perché l’abbiano fatto è lo scopo di questo libro.


Marco Mondini
Docente di History of Conflicts e Storia contemporanea nell’Università di Padova
 

 



La pace non scoppia, così come non scoppia l’architettura

La pace come pace sociale ma, soprattutto, come pace tra le nazioni è stata a lungo un potente mito culturale e un obiettivo dell’Occidente, quello stesso Occidente che, scriveva Arnold Toynbee, ha ferito il mondo.

Il suo raggiungimento ha generato una tensione ineliminabile e monopolizzato energie e visioni di uomini e di donne. Immaginari. «Imagine», cantava non a caso John Lennon. Architetture. Quelle elaborate da chi, in diversi tempi storici, ha tentato di imbrigliare la pace in un’idea, magari «certamente inattuabile» – così nel 1795 Kant a proposito della sua Pace perpetua, duemila copie la prima edizione esaurita a tempo di record –, o in un sistema operativo di garanzie, o persino, come extrema ratio, di messa fuori legge della guerra: un audace progetto germinato negli Stati Uniti subito dopo la fine del primo conflitto mondiale per andare oltre la logica della Società delle Nazioni e risolvere il problema, per così dire, alla radice.

Sappiamo come sarebbe andata a finire.


Arianna Arisi Rota
Docente di Storia delle rivoluzioni del Mediterraneo nell’Ottocento e History of Diplomacy nell’Università di Pavia
 


Per questa Macina domenicale è tutto. Martedì prossimo parleremo di poesia. O, per meglio dire, di quel che ne rimembriamo dai tempi della scuola.

 


 

Se non lo hai ancora fatto, ti consigliamo di scaricare i Classici della democrazia moderna.

Una collana di antologie del pensiero politico curata dallo storico Vittorio de Caprariis nel 1961.

Un progetto che consideriamo ancora attuale, e che per questo rimettiamo a disposizione gratuitamente in formato eBook, con nuove postfazioni firmate da studiosi contemporanei: un regalo illuminista in occasione del nostro settantesimo compleanno (1954-2024).

 


 

 

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