il mulino | numero 527, 3/2024
Care lettrici, cari lettori,
quello delle riforme istituzionali è un «cantiere», come spesso viene definito, aperto da decenni. Il che di per sé sarebbe comprensibile: il mondo cambia, la società italiana anche, e i meccanismi istituzionali pensati un tempo possono a volte richiedere delle modifiche. Mettere mano alle regole che sovrintendono la convivenza e gli equilibri democratici, però, è operazione delicatissima. A volte necessaria, certo. A patto che non porti a soluzioni sbagliate (e dannose).
Ecco spiegato il titolo della sezione monografica che occupa la gran parte del nuovo numero, Riforme necessarie e riforme sbagliate, curata da Francesco Clementi. Il numero 527 della rivista, il terzo dell'anno, tocca alcune delle questioni cruciali del dibattito sulle riforme. Il cosiddetto «premierato» voluto dall'attuale governo; l'autonomia regionale differenziata, voluta da alcune regioni che ne sono state promotrici e anch'essa sostenuta dall'esecutivo; la riforma della giustizia firmata dal ministro Nordio. I diversi contributi offrono, quando possibile, prospettive diverse, anche opposte.
Tra gli articoli che compongono la seconda parte, «Ragionando di…», segnaliamo quello di Massimo Livi Bacci (Un Paese per vecchi, per un Paese per giovani) sui difficili equilibri generazionali da un punto di vista demografico in un Paese come l'Italia – che anticipa in parte i temi dell'ultimo numero dell'anno – e quello di Andrea Graziosi su La scomparsa e il ritorno della razza. Qui l'indice completo del numero 3/2024.
«Bisogna impegnarsi nella sfida per costringere le forze politiche a esplicitare la portata effettiva della apertura a una ricerca in comune di “compromessi ragionevoli” sulle priorità e le scadenze che consentano di dare gradualità e organicità al processo riformatore, con la garanzia del blocco di ogni manovra strumentale» [Roberto Ruffilli,
1988]
Dall'articolo di Enzo Cheli: «Una legislazione elettorale, dopo gli errori commessi nel recente passato, dovrebbe essere orientata verso una investitura qualitativa della classe politica, favorendo i meccanismi di selezione primaria e il recupero di un potere di scelta da parte degli elettori sia attraverso il ricorso al collegio uninominale sia attraverso il voto di preferenza. Legislazione elettorale da integrare con una nuova disciplina dei partiti orientata ad attivare una circolazione interna trasparente delle élite e il ritorno a un approvvigionamento pubblico dei costi della politica».
MULTIMEDIA
Il numero comprende una intervista a Enrico Mentana, a cura del direttore della rivista, Paolo Pombeni. Vi proponiamo qui un breve video introduttivo.
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