21 dicembre 2023
Care lettrici, cari lettori,
oggi a scrivervi sono i componenti del Comitato di redazione uscente della della rivista «il Mulino». La fine di quest’anno, infatti, segna la conclusione del triennio 2021-2023, il secondo mandato di Mario Ricciardi da direttore e, di conseguenza, anche del loro incarico nella redazione.
«Sin dall’inizio del triennio, ci siamo interrogate e interrogati sul senso e sulle potenzialità di una rivista di cultura e di politica. È uno strumento che ha ancora futuro? E se sì, in che modo? Come si interviene nel dibattito pubblico, specialmente in uno ossificato e limaccioso come spesso è quello italiano? Quale deve essere il rapporto tra la rivista cartacea e il sito internet? Quali nuovi strumenti adottare per rendere la rivista sempre capace di stimolare dibattito e confronto tra diverse generazioni? In questi tre anni abbiamo individuato alcune priorità.
Innanzitutto, ci è sembrato opportuno moltiplicare i linguaggi ed estendere le prospettive della rivista. Rivolgersi a un pubblico sempre più ampio per generazione, genere, profili biografici, interessi e studi. Non siamo una rivista accademica – del resto la casa editrice ne pubblica oltre ottanta di questo tipo – piuttosto uno spazio plurale per forme e per metodi. Per questo abbiamo tentato di allargare la cerchia di chi ha collaborato, per età, storie e professione. Non solo accademici e accademiche, ma anche persone più giovani e non attive nel mondo universitario, che costituiscono già oggi un pezzo di cultura e politica nel mondo.
Questa scelta ha reso possibile anche l’apertura a temi nuovi, non tutti presenti nel dibattito del nostro Paese. Ci limitiamo a ricordare lo speciale Vacanze italiane (poi riversato in un volume per gli abbonati pubblicato con il quarto numero del 2023), lo speciale dedicato a L’Italia delle città medie (poi riversato in un volume per gli abbonati pubblicato con il quarto numero del 2022), l’ebook Orrore schifo guerra che raccoglie testimonianze scomodamente e dolorosamente russe sull’invasione dell’Ucraina (2023), l’ebook Ucraina (2022). Nel promuovere nuove forme editoriali è stata avviata la produzione di podcast, legati all’uscita del volume cartaceo, sotto forma di dialogo con gli autori e le autrici di alcuni articoli, a cui si è aggiunta numero dopo numero una newsletter tematica per gli abbonati.
Abbiamo provato ad analizzare quanto avveniva in Italia e nel mondo: attraverso l’emergere dei populismi, la crisi delle sinistre e in generale del pensiero progressista, le crisi internazionali che frantumano la vecchia rappresentazione di un mondo unipolare (o bipolare), i problemi connessi all’integrazione europea, lo stato di salute del nostro Paese, il ruolo dei corpi intermedi, la trasformazione della vita sociale nelle grandi città come pure nelle piccole realtà urbane, senza dimenticare sfide sociali e culturali cruciali del nostro tempo come le questioni ambientali e migratorie, i rapporti tra generazioni e di genere. Non abbiamo ospitato articoli di cronaca, ma sempre e solo approfondimenti fondati su studi capaci di avviare una discussione. Si è parlato di alcuni dei pezzi pubblicati come di articoli "partigiani". È una critica che accettiamo, nella misura in cui ogni pezzo è in qualche modo politico, e non può essere altrimenti. Redigendo o chiedendo un articolo a uno specifico autore o autrice cercavamo una prospettiva, un punto di vista. E, contemporaneamente, un punto di partenza, fondato e qualificato, dal quale continuare a discutere, con altri contributi, da altre prospettive. Ed è proprio questa apertura alla discussione – che ha sempre caratterizzato anche le nostre riunioni di redazione – l’unica garanzia possibile per una pluralità di sguardi e di opinioni. Non crediamo nei contributi "tecnici" come sinonimo di "neutralità" e di automatica autorevolezza: il nostro compito è sempre stato quello di stimolare una discussione, certo non quello di proporre ricette.
Tutte le volte che è stato possibile, abbiamo cercato di approfondire le questioni internazionali, e non poteva essere altrimenti visto che molti di noi vivono e lavorano fuori dall’Italia. Già con la pandemia, all’inizio della nostra esperienza in redazione, siamo riuscite e riusciti a raccontare cosa stesse accadendo in altre parti del mondo. Più di una volta abbiamo provato a realizzare degli "speciali": oltre ad alcuni sguardi sulla "pandemia degli altri", abbiamo affrontato, ad esempio, la guerra in Ucraina, il ventennale dell’11 settembre.
Per noi "il Mulino" è stata un’esperienza esaltante. Questa rivista, che sta per entrare nel suo LXXIII anno di vita, esiste al di là di chi la realizza. Chi la fa è chiamato a renderla sempre attuale nel cambiamento dei tempi e dei costumi. Qui abbiamo provato a sintetizzare alcune questioni: è il nostro modo di passare il testimone, in amicizia, gratitudine e riconoscenza».
[Antonio Ballarò, Francesca Barca, Fernando D'Aniello, Margherita de Candia, Ilaria De Pasca, Elisa Farinacci, Steven Forti, Francesca Lacqua, Martina Napolitano, Arianna Santero]
nel corso del triennio 2021-2023 hanno scritto per «il mulino»:
I nomi delle centinaia di autrici e autori che hanno firmato articoli sul sito della rivista sarebbero troppi per essere riportati in questa sede, ma sono sempre rintracciabili a questo link, che include tutti coloro che hanno scritto sul «Mulino», carta e sito, sin dalle origini.
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