#38 | Bologna | 12 novembre 2024
Cara lettrice, caro lettore,
bentornato in Macina.
Da pochi giorni è in libreria La passione secondo Maria, di Massimo Cacciari, piccolo prezioso saggio che chiude la serie Icone. Pensare per immagini, da lui stesso curata.
La serie Icone è nata dall’idea che saper leggere i grandi capolavori dell’arte significa risalire ai nostri essenziali nuclei emotivi, cogliere la trama della storia umana.
Da Masaccio a Rembrandt a Mantegna, da Bosch a Caravaggio, da Picasso a Pollock a Kiefer e oltre: abbiamo scelto immagini potenti, chiedendo ad autori dalla diversa storia intellettuale di raccontarcele attraverso il loro valore cognitivo oltre che estetico, di spiegarci la loro capacità di provocare commozione e pathos nel loro essere sintesi del sacro o dell’umano.
Non si tratta di libri di storia dell’arte: pensare per immagini non pone l’attenzione sull’opera ma sul pensiero che attraverso l’immagine si costruisce, con lo scopo di indagare ciò che ha reso quell’icona universale.
Ed è in questo contesto che nasce La passione secondo Maria, in cui Cacciari, a partire dal capolavoro di Piero della Francesca La Madonna del parto, riflette sulla Madonna come donna reale, con il corpo segnato dal parto e al tempo stesso espressione di perfezione divina.
Un’icona che traduce in modo radicale il significato dell’immagine di Maria. Gli angeli rivelano la Donna al centro del mistero dell’incarnazione, e rendono l’enigma – il logos che si incarna – manifesto. La Donna nella potente immagine di Piero non è una rappresentazione ideale, ma è naturale e viva nella sua gravidanza, e al tempo stesso compiuta e perfetta.
Con gesto deciso, gli Angeli, alzano la tenda e finalmente ci lasciano vedere. Che cosa si manifesta? Una Donna, una Donna assorta in sé, che con la destra custodisce il grembo gravido e con la sinistra sostiene il fianco come fanno tutte nel suo stato quando debbano reggersi in piedi. Questa Donna, figura realissima nella veste e nel gesto, è insieme enigma che siamo chiamati a interpretare.
Chiudiamo dunque un cerchio: abbiamo aperto questa serie con Generare Dio di Massimo Cacciari sulla Madonna con Bambino del Mantegna, oggi la concludiamo con l’immagine maestosa e magnetica della Madonna di Piero.
Mai come in questo caso ci appare con chiarezza che le emozioni e i sentimenti più forti sfuggono al pensiero discorsivo, alla parola e al segno: solo l’arte con il suo miracolo può restituirci realtà interiori così potenti.
E mai così attuale ci sembra la metafora di Ficino, per il quale le immagini sono «agenti»: non metafore riconducibili a un unico significato, ma simboli che ci inducono a pensare ancora, creatrici di un senso cui sempre ritorniamo.
Con l’ultimo libro di Cacciari chiudiamo un piccolo ragionamento, ma non l’urgenza che lo ha alimentato.
Per oggi è tutto, alla prossima in Macina!
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