3-2021 | 2 dicembre 2021
Care lettrici, cari lettori,
state leggendo Farine, la newsletter che la redazione della rivista «il Mulino» cura per i suoi abbonati. Oggi parliamo di
società migranti
Dopo quello che è stato definito il «grande congelamento» delle mobilità nel primo anno e mezzo di pandemia, la ripresa degli spostamenti internazionali-trasnazionali assume molti significati e porta con sé diversi interrogativi, tra securizzazione e necessità economica dei migranti.
Da oltre due mesi il dibattito pubblico si concentra sulle tensioni al confine tra Polonia e Bielorussia. Ancora una volta l’immigrazione è trattata come un’emergenza e diventa terreno di polarizzazione politica, con i migranti che vengono usati come arma di trattativa in chiave geopolitica. Noi abbiamo deciso di parlare di immigrazione come fenomeno strutturale delle nostre società, di migranti come agenti di cambiamento socio-economico e culturale di lungo periodo, senza però trascurare quello che accade alle frontiere.
[Fotografia di Federico Ravassard]
Abbiamo scelto di farlo a partire da quattro punti di osservazione: migrazioni e identità politica, per mettere a confronto le narrazioni dei partiti populisti e non intorno alle migrazioni; migrazioni e politiche dei confini, guardando all’interazione tra politiche confinarie e pratiche di accoglienza; migrazioni e governance, per restituire la complessità decisionale e istituzionale multilivello, in particolare delle politiche di asilo e di integrazione; migrazioni e culture, anche considerando la produzione artistica delle seconde e terze generazioni che sta trasformando la cultura italiana contemporanea.
MIGRAZIONI E IDENTITÀ POLITICA
A partire dalla cosiddetta crisi dei rifugiati del 2015, il tema dell’immigrazione polarizza tanto il dibattito pubblico quanto le posizioni dei partiti politici. Mentre le destre hanno maturato consensi strumentalizzando e criminalizzando l’immigrazione, i partiti di centrosinistra faticano a differenziare l’offerta politica sul tema (v. Stella Gianfreda e Marianna Griffini). Riorientare il dibattito sull’immigrazione come fenomeno strutturale potrebbe essere il punto di partenza.
MIGRAZIONI E POLITICHE DEI CONFINI
Ripensare le migrazioni implica sempre ripensare i confini. Questo è oggi ancora più evidente, in un contesto epidemico che, come sempre nella Storia, è stato accompagnato da una crescente stigmatizzazione degli «stranieri» come veicolo di contagio e da un aumento della violenza istituzionale ai confini. Guardiamo da vicino due frontiere calde del nostro Paese: il confine alpino italo-francese e Lampedusa. Nel primo caso, le storie dei minori stranieri non accompagnati mostrano come le frontiere mobili siano anche quelle dell’età (v. Eloisa Franchi) che plasmano il percorso migratorio e di vita. Nel Mediterraneo, l’approccio hotspot e navi quarantena (v. Jacopo Anderlini e Silvia Di Meo) mostrano come la logica emergenziale caratterizzi la gestione migratoria europea da molto prima dell’insorgere della pandemia.
[Fotografia di Silvia Di Meo]
MIGRAZIONI E GOVERNANCE
La sfida del governo delle migrazioni impone di trovare un compromesso tra responsabilità e solidarietà, sia sulla dimensione verticale, tra i vari livelli di governo, sia su quella orizzontale, tra i diversi attori pubblici e privati. A livello europeo, i negoziati sul Migration Compact (v. Giuseppe Campesi) hanno messo una volta di più l’accento sul contenimento della mobilità dei richiedenti asilo all’interno dello spazio Ue. A livello nazionale (v. Ferruccio Pastore e Irene Ponzo), manca un approccio comprensivo e di lungo periodo, che sarebbe necessario in un Paese segnato da una profonda crisi demografica che ambisce a una ripresa durevole. A livello locale, le esperienze di integrazione dei migranti in località medio-piccole (v. Tiziana Caponio e Andrea Pettrachin) fanno luce su sfide e opportunità dei processi di scambio tra popolazione locale e migranti.
migrazioni e culture
A partire dagli anni Novanta, diversi autori e autrici hanno contribuito ad ampliare le tematiche, le prospettive e il linguaggio non solo per raccontare le esperienze migratorie e decoloniali, ma anche la quotidianità della società italiana come plurale nelle intersezioni tra genere, generazioni, culture. In particolare, la produzione letteraria di giovani con origini migranti sta contribuendo a decolonizzare la narrativa in lingua italiana, con riflessioni ibride ed eterogenee (v. Francesca Lacqua e Arianna Santero).
Recentemente, la tragedia della pandemia si è intrecciata con le questioni dell’immigrazione su più livelli, in parte confermando le tensioni securitarie e le politiche di chiusura, in parte ponendole in discussione e proponendo un nuovo sguardo sul fenomeno (v. Maurizio Ambrosini).
I figli degli immigrati rappresentano il futuro delle nostre società, afflitte dall’invecchiamento demografico. Negli ultimi vent’anni, la quota di alunni di origine immigrata in Italia è decuplicata (v. Camilla Borgna).
«La sfida migratoria ci pone davanti a un interrogativo simile a quello che Renan si pose a fine Ottocento a proposito della nazione: se l’Europa sia tenuta insieme solo da una comunione di interessi o se conti ancora qualcosa anche una vera comunanza di princìpi» [Non c'è più tempo]
[Fotografia di Riccardo Piccinini]
DAL NOSTRO ARCHIVIO
Le questioni che ruotano intorno al tema migratorio sono da anni al centro del nostro lavoro. Gli articoli e i materiali del nostro sito sono tutti rintracciabili a questo link. In particolare, fra i tanti, vi proponiamo di seguito una piccola selezione.
- Decreti sicurezza modificati: ma quanto?, di Vitalba Azzollini
- Un Paese serio non può che fare così, di Gianpiero Dalla Zuanna
- L'autunno delle migrazioni, di Massimo Livi Bacci
- Europa, terra di profughi, di Silvia Salvatici
- Memoria corta e altre vergogne, di Roberto Escobar
- La casa come strumento per escludere, di Raffaele Lungarella
- Migranti senza-Stato, di Nadia Urbinati
- L'approccio hotspot e il prezzo della coercizione, di Giuseppe Campesi
- Giovani di seconda generazione e attivismo, di Ilenya Camozzi
- Operai agricoli, virus e regolarizzazione, di Irene Peano
- Il 2020 è stato un anno di svolta per l'immigrazione italiana?, di Asher Colombo e Gianpiero Dalla Zuanna
- La Sea Watch 3 e l'escalation antiumanitaria, di Chiara Saraceno
A FIANCO del nostro lavoro
DAL CATALOGO dell'EDITORE
Accanto alla rivista, negli anni la nostra casa editrice ha pubblicato diversi libri dedicati alla descrizione del fenomeno migratorio e all'analisi dell'impatto nelle società contemporanee. Come sempre, anche su questi temi la consultazione dei volumi pubblicati dalle edizioni del Mulino è per noi un fattore decisivo, che ci sostiene nell'impostare il lavoro di tutti i giorni.
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Una segnalazione poi per i libri di Massimo Livi Bacci e Khalid Koser. Il primo, ormai un classico, intitolato In cammino. Breve storia delle migrazioni, permette di inquadrare in una prospettiva storica il fenomeno migratorio. Il secondo, Le migrazioni internazionali, a partire dalle origini del fenomeno – guerre, persecuzioni, miseria – discute il percorso che porta ad andare incontro a difficili integrazioni, quando non a sfruttamento e xenofobia, ma che tuttavia spesso conduce i migranti ad essere dinamici e intraprendenti nelle società occidentali.
- Sempre di Massimo Livi Bacci, a metà gennaio uscirà un nuovo volume, nella collana Biblioteca Storica: Per terre e per mari. Quindici migrazioni dall’antichità ai nostri giorni, un libro in cui l’autore racconta vicende migratorie che riguardano il mondo occidentale, Europa e America. Storie che si succedono secondo il diverso grado di libertà individuale che ha determinato la migrazione.
- Infine, un altro lavoro recente, questa volta di Maurizio Ambrosini, Famiglie nonostante. Come gli affetti sfidano i confini, che ricostruisce la complessa rete di legami all'interno della attuale situazione, in cui le politiche «sovraniste» con la contrapposizione netta tra «noi» e «loro» portano a erodere lo spazio delle famiglie, negando i legami affettivi.
MULTIMEDIA
Pochi mesi dopo lo scoppio della cosiddetta crisi dei migranti del 2015, organizzammo un ciclo di seminari dal titolo «Migrazioni, crisi umanitarie, sicurezza: l'Europa può cambiare in meglio?». I diversi interventi possono essere tutti riascoltati sul nostro canale Soundcloud a questo link.
Infine, tra i lavori cinematografici che hanno al centro i temi della migrazione, vi suggeriamo la visione del film di Gianfranco Rosi, Fuocoammare, che venne presentato in concorso alla Berlinale come «Dokumetarfilm». Qui potete leggere il commento di Bruno Simili.
Per il momento è tutto. A presto con nuove Farine da leggere.
Un saluto dalla redazione della rivista «il Mulino».
[Questo numero è stato curato in redazione da Stella Gianfreda, Francesca Lacqua e Arianna Santero]
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